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Valentino Rossi: “Il mio pensiero va a Salom. Marquez? Giusto stringersi la mano”

Il pesarese dopo il trionfo a Barcellona: “Finale tosto con Marc, ho avuto paura che mi battesse, ma sapevo di averne di più. Ho sbloccato il primo 10, non ricordo di aver mai vinto dieci volte su un circuito”.
A cura di Valeria Aiello
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La stretta di mano tra Valentino Rossi e Marc Marquez al parco chiuso di Barcellona / MotoGp.com
La stretta di mano tra Valentino Rossi e Marc Marquez al parco chiuso di Barcellona / MotoGp.com

“Valentino ha fatto una grandissima gara, si meritava la vittoria, perché ha guidato davvero molto bene” dice Marc Marquez al backdrop, sconvolto dal caldo, dal duello con il ‘dottore’, dalla decisione del pesarese di stringergli la mano al parco chiuso. Una domenica incredibile, per la lotta in pista, per la gioia e il dolore che contrastano nell’animo dei piloti, tra polemiche spazzate in un colpo solo da un gesto tanto atteso. Sul circuito di Barcellona a Montmelò, Valentino Rossi torna a calcare il gradino più alto del podio dopo sette anni, da quell’ultimo 2009 da “straccio di licenza”, interrompendo un dominio spagnolo che andava avanti da cinque stagioni. Una vittoria importante, determinante in ottica campionato, la seconda stagionale, la numero 114 in carriera, l’88esima in MotoGP/500 e la numero 10 a Barcellona, con cui recupera terreno nel confronti di Jorge Lorenzo che lo precede in classifica e che oggi mastica amaro per il secondo zero stagionale arrivato per colpa di Iannone. Terzo in classifica piloti a 22 punti di ritardo dal leader Marc Marquez e 12 lunghezze dal teammate della Yamaha, il pesarese ha dedicato il trionfo in Catalunya a Luis Salom.

Purtroppo la maglia serve a poco, non serve a ridarcelo, che è la cosa che vorremmo tutti – commenta Rossi ai microfoni di Sky Sport – Ma è l’unica cosa che possiamo fare per onorare Luis, la sua famiglia, per ricordarlo. L’unico modo migliore è cercare di fare una grande gara, dando il massimo, e dedicarla a lui e alla sua famiglia.

La stretta di mano a Marquez? Stanotte ho pensato che facciamo una cosa dove dobbiamo essere tranquilli e concentrati perché è una cosa bellissima ma anche pericolosa, ed era una cosa giusta da fare.

Moto rivoluzionata? Ci sono stati due aspetti: stamattina nel warm up abbiamo cambiato un po’ il setting, il bilanciamento dei pesi sul davanti, perché nell’ultimo settore dove era più stretto ci voleva quello, anche se sapevo che avrei potuto perdere qualcosa da altre parti. Rimaneva il punto interrogativo delle gomme dure. Ma ieri il problema e che avevamo provato con le gomme dure usate dalla mattina, e qui a Barcellona, quando provi le gomme usate non ce la fai mai a rimetterle in temperatura. Con queste moto, quanto vai un secondo e mezzo più piano a giro, si raffredda tutto.

Il duello finale? Il finale è stato tosto perché sapevo che con Marquez sarebbe stato difficile, e ho avuto paura che mi battesse, però sapevo che in certi punti della pista ero più veloce e ho cercato di guidare bene e di andare così a vincere

Sette anni dopo il duello con Lorenzo? Sono riuscito a sbloccare il primo 10 e ricordo di non aver vinto da nessuna parte dieci volte. Mi pesava tanto non aver vinto più a Barcellona perché è una delle mie piste preferite, e dopo il Mugello ero davvero molto triste perché volevo fare una gran gara e avrei voluto vincere davanti al tutta la gente, è stata una delusione cocente. Però ho pensato che l’unica cosa che bisognava fare, era cercare di rifarlo qui, di mettere la moto a posto e di cercare di essere veloce come al Mugello.

Il degrado della gomma anteriore? Non era rovinata, era consumata. Mentre ieri era strappata, e sembrava che la moto cadesse giù. Invece oggi il davanti è andato bene fino alla fine, e in quel giro che ho fatto dietro a Marquez ho visto che anche lui faceva molta fatica.

Yamaha ha tolto potenza al motore? La velocità dipende un po’ dalla potenza del motore ma da quello che ho capito che si viaggia una decina di cavalli di differenza. La cosa che fa la differenza trazione, ma su questo circuito eravamo lì.

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