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MotoGP, Jeremy Burgess: “Su Vale mi ero sbagliato, è un fenomeno. Vincerà il mondiale”

L’ex capo meccanico del pluricampione pesarese ospite del paddock di Phillip Island: “Dopo gli anni in Ducati non avrei mai pensato riuscisse a lottare per altri mondiali. Quando parli di lui, devi sempre ricordare quale fenomeno lui sia”.
A cura di Valeria Aiello
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Stretta di mano tra Valentino Rossi e Jeremy Burgess, suo ex capo meccanico, Phillip island 2014 - Facebook VR46 ValentinoRossi Official
Stretta di mano tra Valentino Rossi e Jeremy Burgess, suo ex capo meccanico, Phillip island 2014 – Facebook VR46 ValentinoRossi Official

Nel weekend del Gp d'Australia di Phillip Island ospite del paddock del Motomondiale come nella passata stagione, Jeremy Burgess, l’ex capotecnico di Valentino Rossi nei mondiali dal 2000 al 2013, è assediato da giornalisti e fotografi che non perdono una sua stretta di mano, un suo sguardo o una opinione su come evolverà la lotta in casa Yamaha tra il nove volte iridato di Tavullia e il suo diretto inseguitore nel mondiale, il compagno di squadra Jorge Lorenzo.

Mi aspetto che vinca Valentino, e che succeda in Malesia – ha profetizzato Jeremy Burgess tra le colonne di Gazzetta dello Sport – A Valencia non ha mai dato i risultati che ci aspettavamo”

Nel 2006 a Valencia perse il titolo pur presentandosi con 8 punti su Nicky Hayden – ricorda Burgess – Ma era una stagione nella quale tutto sembrava congiurare contro di lui, mentre quest’anno è l’opposto. Se c’è qualcosa che deve accadere è in favore di Rossi.

Risolta la pratica Marquez, Valentino Rossi è riuscito a contenere l'aggancio di Lorenzo, confermandosi sul podio in tutti i round del calendario MotoGp, ad eccezione della gara di casa, al Mugello e Phillip Island, con quattro vittorie all’attivo da inizio stagione, Qatar, Argentina, Assen e ultima in ordine di tempo Silverstone.

Valentino sa quando è il momento di schiacciare l’avversario, come fece Doohan con Biaggi. Adesso però, si tratta solo di non fare errori. L’esperienza di Valentino fa la differenza. È il primo ad ammettere che Jorge è il più veloce, poi in gara vedi che lui è più intelligente. Come a Silverstone…”

Sostituito dalla passata stagione da Silvano Galbusera, l’ex capotecnico australiano non era tra coloro che credevano nell’ennesimo asso nella manica del pesarese dopo il difficile biennio in Ducati.

Sono il primo a dire che mi ero sbagliato: dopo gli anni in Ducati non avrei mai pensato che sarebbe riuscito a vincere altri Mondiali. Ma poi ti devi sempre ricordare di quale fenomeno lui sia, se c’è qualcuno che può riuscire in un’impresa simile è lui. Se non lo ha fermato la Ducati, no lo ferma più nessuno”

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