MotoGP, chiusa ogni scappatoia per aggirare il divieto di alette aerodinamiche
Niente da fare. Nel mese di giugno, la Gp Commission aveva bandito l’uso di alette sui prototipi della classe MotoGP a partire dalla fine di questa stagione dopo che i costruttori impegnati nel mondiale non avevano trovato un accordo sul loro utilizzo. La decisione non era andata giù alla Ducati che già dalla passata stagione aveva ripreso la soluzione aerodinamica, poi adottata anche dagli altri team in questo campionato. La factory di Borgo Panigale aveva così indicato che avrebbe semplicemente ri-focalizzato il proprio lavoro aerodinamico. Ma dopo un ulteriore incontro della Gp Commission nel corso del fine settimana del Gp di San Marino e Riviera di Rimini al Misano World Circuit “Marco Simoncelli”, il divieto è stato confermato e riformulato per cercare di chiudere ogni scappatoia per aggirarlo.
Dispositivi o forme sporgenti dalla carenatura e non integrate nel corpo aerodinamico (ad esempio ali, alette, rigonfiamenti, etc.) che possano fornire un effetto aerodinamico (ad esempio, producendo carico aerodinamico, interrompendo la scia aerodinamica, etc) non sono ammessi – si legge nella decisione della Gp Commission.
Il direttore tecnico [Danny Aldridge] sarà il solo a valutare se un dispositivo o la linea della carenatura rientrano nella definizione di cui sopra”.
Per evitare che dalle carene dei prototipi sporgano delle ali, la Gp Commission ha stabilito che la parte frontale non dovrà sporgere più di 150 mm oltre la linea verticale che attraversa il centro del perno della ruota anteriore, un limite che tutte le carene attualmente utilizzate in MotoGp già rispettano.