MotoGP, Domenicali: “Ducati imbrogliona? Ora facciano silenzio e provino a batterci in pista”
Ora che la sentenza della Corte di Appello della FIM ha dato ragione alla Ducati, confermando la vittoria in volata di Andrea Dovizioso su Marc Marquez e il sesto posto di Danilo Petrucci, ma soprattutto consentirà alla squadra di Borgo Panigale di continuare a utilizzare l’appendice al forcellone, bisognerà capire quali saranno le conseguenze sul piano delle relazioni tra le squadre e, in particolare, all’interno dell’Associazione dei costruttori (MSMA) che nel 2018 ha eletto come suo Presidente Claudio Domenicali, amministratore delegato di Ducati.
Domenicali ha lasciato che i rivali si scagliassero contro il reparto corse Ducati, a volte in maniera incisiva. Anche ieri, prima che la sentenza venisse resa nota, il team manager della KTM, Mike Leitner – che con Aprilia, Honda e Suzuki è stato tra i firmatari del reclamo – ha apertamente accusato la Ducati e Gigi Dall’Igna di imbrogliare sui regolamenti, definendo l’ingegnere vicentino “uno che crede di essere più furbo degli altri”.
"Ora facciano silenzio e provino a batterci in pista"
Dichiarazioni non sono sfuggite all’ad di Ducati che su Twitter ha commentato la decisione della Federazione, passando al contrattacco. “La Corte d'Appello FIM ha confermato che il nostro dispositivo è completamente legale. I punti del Qatar sono salvi e potremmo utilizzarlo anche nelle prossime gare” ha scritto Domenicali sul suo account. “È un peccato che per ottenere questo risultato abbiamo dovuto spendere il nostro tempo e denaro con gli avvocati, oltre che rivelare ai nostri avversari la nostra ricerca sul raffreddamento della gomma”.
“Ducati è orgogliosa della sua ingegnosità ingegneristica italiana e della sua capacità di innovare – ha aggiunto Domenicali – . Molte persone nelle ultime settimane hanno detto che stavamo imbrogliando. Speriamo che ora facciano silenzio e provino a batterci in pista”.
