MotoGp, furto della lastra di Valentino Rossi: al Torrette è caccia al ladro, ecco cosa rischia il dipendente
In seguito alle dimissioni di Valentino Rossi dall’Ospedale Torrette di Ancora, sul web è circolata la foto della radiografia di tibia e perone della gamba destra operata nella notte tra il 31 agosto e il 1° settembre. In molti avevano espresso i propri dubbi, pensando che non si trattasse effettivamente della lastra del campione di Tavullia. Tuttavia, l’esposto contro ignoti presentato dall’azienda ospedaliera ha confermato che quella pubblicata sui social era proprio la gamba del Dottore. È scattata dunque l’indagine, non solo interna ma anche della Procura della Repubblica di Ancona, per risalire al dipendente che nei due giorni di ricovero di Rossi al Torrette (circa 34 ore) è venuto in contatto con il fascicolo, copiando il referto per venderlo a terzi. La lastra era stata poi pubblicata su un profilo Facebook, successivamente cancellato, sulle cui tracce sono al lavoro gli investigatori della polizia postale di Ancona.
Lastre dell’arto prima e dopo l’operazione
Diversi i dipendenti interrogati nelle ultime ore. Secondo quanto appreso da Il Resto del Carlino, il ladro avrebbe prelevato le immagini sia prima che dopo l’intervento. Non è escluso il coinvolgimento di qualche sanitario in servizio all’ospedale di Urbino dove Rossi era stato trasportato per i primi esami radiografici. Lastre che erano poi state inviate all’equipé del dott. Raffaele Pascarella, direttore dell’Unità operativa di Ortopedia e traumatologia, divisione scelta dall’entourage del Dottore per l’operazione chirurgica. La frattura scomposta era stata sistemata con l’inserimento di un chiodo intramidollare e Rossi era rimasto in ospedale fino alla mattinata successiva. In questo lasso di tempo uno dei circa 3mila dipendenti dell’ospedale anconetano è entrato nell’archivio protetto da password, copiando il referto medico.
Il responsabile rischia il licenziamento
Nell’ambito dell’indagine interna, è stato ascoltato uno dei dipendenti entrato in contatto con il fascicolo. “L’azienda mi ha convocato per chiedere per quale motivo fossi entrato nell’archivio e avessi aperto il file del referto di Valentino Rossi” ha raccontato il dipendente interrogato. “Sono un addetto ai lavori, volevo vedere cosa era accaduto. Io non ho nulla da nascondere”. Si sospetta che il responsabile del furto abbia utilizzato una password non sua. In questo caso a finire nei guai sarebbe chi ha consentito ad altri di conoscere la parola chiave. “Il responsabile di quel gesto rischia il licenziamento” sono state le parole di Michele Caporossi, direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona. “Non spetta direttamente a me decidere, c’è una struttura specifica che si occupa dei provvedimenti disciplinari. È chiaro che il mio parere verrà ascoltato e le assicuro che andremo a fondo. Tecnicamente il soggetto rischia una sanzione grave e un provvedimento finalizzato al suo licenziamento è possibile”.