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MotoGP, il casco di Valentino Rossi dopo l’impatto di Aragon (FOTO)

Dalle analisi effettuate sul casco del Dottore è emerso che la temporanea perdita di memoria e il mal di testa riscontrati dal pesarese dopo l’impatto sono da attribuire alla violenta e repentina accelerazione rotazionale del capo per il contatto tra il casco e lo pneumatico posteriore ancora in rotazione.
A cura di Valeria Aiello
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Come avviene per tutti i propri caschi dopo una caduta o un incidente in una competizione, AGV ha analizzato il casco Pista GP di Valentino Rossi utilizzato ad Aragon il 28 settembre scorso.

La temporanea perdita di coscienza e il mal di testa

Valentino Rossi aveva perso il controllo della Yamaha M1 al quarto giro quando, nel tratto in discesa per evitare il contatto con Dani Pedrosa che lo precedeva, il Dottore metteva le gomme astroturf, in manto sintetico che delimita i cordoli del MotorLand Aragon. Rientrando in traiettoria, veniva violentemente sbalzato dalla moto e rotolando lungo la via di fuga batteva il capo sull’asfalto per poi essere colpito dal posteriore della M1.

Dopo la caduta, Valentino Rossi non si era rialzato in piedi ed era stato trasportato fuori dal circuito in barella. Dalle analisi effettuate sul casco del pilota è emerso che i sintomi riscontrati da Valentino Rossi, la temporanea perdita di memoria e il mal di testa, sono probabilmente da attribuire alla violenta e repentina accelerazione rotazionale del capo dovuta al contatto tra il casco e lo pneumatico posteriore ancora in rotazione.

Le analisi dell’AGV

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Il casco è rientrato in azienda ed essere completamente smontato e sottoposto a un’accurata verifica tecnica presso i laboratori di Ricerca & Sviluppo di AGV. Dalle analisi è stato evidenziato che in occasione della violenta caduta, non siano state rilevate criticità strutturali a dimostrazione che il casco ha assorbito in maniera ottimale le energie dell’impatto, proteggendo da traumi il capo del pluricampione pesarese. Nello specifico:

1. La calotta presenta evidenti tracce di impatti con il suolo e contro la Yamaha M1 factory di Valentino Rossi.

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2. Il primo urto è avvenuto contro il suolo a seguito dell’high side del pilota.

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3. Il casco ha impattato nella parte posteriore sinistra, in prossimità dello spoiler, che si è staccato come previsto dal progetto.

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4. Dopo i rotolamenti lungo la via di fuga il casco è venuto a contatto direttamente con la moto. Nella parte laterale destra si riscontrano evidenti segni di impatto della calotta con elementi strutturali della parte posteriore del veicolo (forcellone e/o pinza/disco freno).

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5. Sul lato destro della calotta e della visiera si trovano evidenti tracce di gomma, risultato del contatto avvenuto tra lo pneumatico in rotazione e il casco.

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6. L’elevato attrito creatosi tra lo pneumatico e il casco ha portato a staccare la parte destra della visiera della calotta, con la rottura del meccanismo di rotazione e fissaggio della stessa. La visiera stessa si è crepata anche sul lato opposto, sempre in prossimità del meccanismo di aggancio, senza però staccarsi dalla sua sede di ancoraggio. Tale protezione è stata anche garantita dal kit racing (vite supplementare in metallo di bloccaggio della visiera al meccanismo di rotazione) che AGV utilizza su tutti i propri caschi da competizione, offerto come accessorio anche per i clienti e piloti privati.

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Gli accertamenti cui il pesarese era stato sottoposto all’Ospedale di Alcaniz dopo l’incidente, avevano dato esito negativo tanto che Valentino Rossi aveva lasciato il centro medico in serata per tornare in circuito dove rilassarsi nel suo motorhome: grazie alle tecnologie AGV Extreme Standards Valentino Rossi non ha riportato alcun trauma ha potuto prendere parte al successivo Gran Premio del Giappone salendo nuovamente sul podio assieme ad AGV e al Pista GP.

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