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MotoGP, il serbatoio con cui Lorenzo ha vinto le ultime due gare con la Ducati

Il segreto del maiorchino che ha risolto il rebus Ducati e reso la GP18 una moto più adatta a lui: “Mi sto avvicinando al livello della Yamaha”.
A cura di Valeria Aiello
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Dettagli che possono essere determinanti, in particolare su una moto come la Ducati. Nel suo complicato adattamento alla Desmosedici, Jorge Lorenzo aveva rivelato che il suo calo di prestazioni dopo la prima metà gara era il risultato di un calo delle prestazioni fisiche dovuto a un problema di ergonomia in sella alla sua Ducati. Nelle prime gare del mondiale, il maiorchino aveva dimostrato di avere il ritmo per condurre la gara ma, per la fatica fisica, con il passare dei giri finiva per essere superato dai rivali. Anche dopo la Gp di Le Mans, Lorenzo aveva spiegato di non essere riuscito a mantenere il passo per molti giri, perché realmente aveva le braccia stanche. “Devo rallentare e andare come con un bastone sui freni – aveva sottolineato il maiorchino –Dobbiamo cercare soluzioni per il serbatoio, per avere più supporto e non sforzare le braccia”.

Il serbatoio che ha reso la Ducati una Yamaha

Pochi giorni dopo la gara francese, Lorenzo era al Mugello per un test in cui la Ducati ha messo a disposizione un nuovo serbatoio con un’appendice che, come si vede in foto, dà al maiorchino più sostegno alle gambe. Con il nuovo serbatoio le braccia finiscono per essere molto meno stressate oltre che più sollevate, migliorando la distribuzione dei pesi durante le diverse fasi di guida. “Il serbatoio mi ha aiutato molto a passare da 7 a 15 giri veloci, anche a 20-25 come nell’ultima gara” ha detto Lorenzo dopo il Montmelò.

L'appendice del nuovo serbatorio della Ducati di Jorge Lorenzo / Getty
L'appendice del nuovo serbatorio della Ducati di Jorge Lorenzo / Getty

Il nuovo serbatoio, ovviamente, non è l’unico fattore che ha dato a Lorenzo la possibilità di lottare per la vittoria. Il maiorchino ritiene di aver imparato alcuni segreti della Ducati e che la sua percorrenza in curva ora è più veloce: “Mi sto avvicinando al livello della Yamaha” ha detto dopo aver tirato di nuovo fuori il martello a Barcellona, rilanciandosi anche in campionato dove si ritrova a pari punti (66) con Andrea Dovizioso a 49 di ritardo dal leader Marc Marquez, vale a dire due vittorie. “Se prima di quella gara il Mondiale era impossibile, ora dico che si può, anche se resta difficile” ammette, ora che il nastro del tempo non può essere più riavvolto e il futuro in Honda già deciso, lasciando pensieri di rammarico oltre che sorprendere per le assurdità del mercato che ha costretto tutti i piloti a muoversi con tempistiche esageratemene anticipate. “Avevo già detto tempo fa che la mia priorità era continuare in Ducati e finire quello che ho iniziato, ma non poteva più essere così quando ho avuto la sensazione che la Ducati stesse cercando altri piloti. Dovevo trovare la mia via… Non possiamo cambiare il passato, non possiamo tornare indietro e dobbiamo accettare le decisioni che abbiamo preso”.

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