MotoGP, l’autista di Valentino Rossi: “La polizia ci ferma per vedere la M1”
Sono oltre 20mila i chilometri percorsi dai camion del Motomondiale che, accompagnati dagli sguardi indiscreti di chi vorrebbe dare una sbirciatina all’interno, attraversano in lungo e in largo Europa e Paesi extraeuropei impegnati nel trasportare moto, motori, ricambi, attrezzature, uffici e ingegneri del campionato dei prototipi. Trasferte lunghe e decisamente sfiancanti, accompagnate dai clacson di tifosi che non rinunciano a un salutino, e che spesso riservano anche insolite avventure. A rivelare alcuni retroscena dei lunghi viaggi è Paolo Giannotta, a molti conosciuto come Paolone, uno degli autisti del team Yamaha che, intervistato da Paolo Ianneri di GdS, ha raccontato alcuni aneddoti a dir poco curiosi.
“Solo una scusa per vedere le moto”
“A volte è successo che la Polizia ci abbia fermati per un controllo ma era soprattutto una scusa per vedere le moto. Purtroppo per loro, su questi camion, oltre all’allarme ci vuole oltre unora per aprirli” racconta Giannotta che dal 2008 lavora in Yamaha e della sua abilità alla guida dei mezzi pesanti ne è riuscito a fare un mestiere. “Ero padroncino in una cooperativa di trasporti e abitavo vicino a Maio Meregalli – team director Yamaha, in quegli anni responsabile SBK. “Un giorno mi chiese se potevo spostare un camion che era stato lasciato fuori dalla sede. Quando lo parcheggiai in una sola manovra si impressionò, nessuno l’aveva fatto prima. Scherzando gli dissi che se la Yamaha avesse avuto bisogno, ero disponibile. Poco dopo mi propose un anno con la squadra Superbike, ma già in quell’anno sostituii per tre gare in MotoGP un autista. A fine stagione mi arrivò la doppia proposta, fu Maio a dirmi di non avere dubbi e di scegliere la MotoGP. E da allora son qui”.
Giannotta al volante delle M1 Valentino e Jorge
Quello guidato da Paolone è uno degli otto camion che la Yamaha muove per ogni GP: quattro sono dedicati all’hospitality, tre dedicati al componentistica ed uffici, ed uno trasporta le M1. Proprio quest’ultimo è quello di Giannotta, un Iveco da 13.000cc capace di sprigionare 500cv che, una volta sollevato, ospita anche gli spogliatoi di Valentino Rossi e Jorge Lorenzo separati dall’ufficio di Meregalli. “La parte inferiore invece è l’officina” aggiunge Paolone. “Ed è qui che le moto restano quando non siamo in pista. A Gerno di Lesmo, c’è solo il reparto motori, ma le moto fisicamente vengono toccate solo sui campi di gara”. Durante la stagione del motomondiale, i camion vengono parcheggiati in zone strategiche dell’Europa, come Parigi ed Amsterdam, per limitare gli spostamenti in funzione del calendario: proprio come accadrà al termine del GP di Aragon di questo weekend, quando domenica da Alcaniz, Giannotta raggiungerà Valencia: “La trasferta più bella, per me, è quella olandese, mi piacciono quei paesaggi. Quelle che invece odio sono le spagnole, perché anche se amo quel Paese, andarci quattro volte l’anno è troppo”.