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MotoGP, Lorenzo: “La moto buttata a terra? Arrabbiato con me stesso, non con la Ducati”

Il maiorchino spiega i motivi del gesto dopo la caduta in Argentina: “Non è bello e non ne sono orgoglioso, farò in modo che non capiti di nuovo. Può succedere di avere un momento di rabbia, sapevo che l’errore era solo mio. Con la Ducati c’è ancora la possibilità di vincere ma servono più chilometri di quelli che mi aspettavo”.
A cura di Valeria Aiello
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Ha fatto rumore il gesto di Jorge Lorenzo dopo la caduta in Argentina. Stretto nel traffico della prima curva del Termas de Rio Hondo, il maiorchino ha centrato il posteriore della Suzuki di Andrea Iannone, chiudendo dopo neppure un giro la gara in Sud Ameruca. Dopo la caduta, Lorenzo ha provato a far ripartire la moto senza riuscirci, per poi buttarla a terra in uno scatto di rabbia che in molti hanno trovato inopportuno nei confronti della Ducati e della squadra. Nell’incontro con la stampa alla vigilia del Gp delle Americhe, il maiorchino si è scusato per il gesto, fiducioso ad Austin di poter fare bene con la Ducati.

Jorge Lorenzo dopo la caduta alla prima curva del Gp d'Argentina / @JorgeLorenzo
Jorge Lorenzo dopo la caduta alla prima curva del Gp d'Argentina / @JorgeLorenzo

Non è bello e non ne sono orgoglioso, proverò a fare in modo che non capiti di nuovo. A volte succede a uno sportivo di avere un momento di rabbia, come un tennista che lancia la sua racchetta, ma questo non significa che disprezzi lo sport o altro. Io ero solo molto arrabbiato in quel momento, sapevo che l’errore era stato solo mio, non ho mai dato la colpa né alla moto né a Iannone – sono state le parole di Jorge Lorenzo, come riporta Gpone.com.

Qualche opportunista ha modificato la realtà, dicendo che stavo urlando contro la moto, ma io non ho mai parlato con nessuna moto – sorride Lorenzo – Oppure hanno sostenuto che disprezzassi la Ducati o il lavoro dei meccanici, ma la verità è che io sono orgoglioso di dove sono e contento del lavoro che stiamo facendo. Non c’è altro.

Unica cosa positiva è che non mi sono fatto niente. La moto di Baz è passata a qualche centimetro da me. Per il resto non c’è stato nulla di positivo, ho fatto solo una curva e proprio quando mi servono più chilometri per confermare le mie sensazioni in sella.

Non mi hanno recriminato nulla, anzi mi sento molto protetto – ha spiegato – È nei momenti difficili che si dimostra la propria fedeltà, quando tutto va bene è facile. Sto cercando di adattarmi velocemente alla Ducati, anche se ci vuole più tempo di quello che mi aspettavo.

In questi momenti mi servono più chilometri ma non mi do per vinto: anzi penso che ci sia ancora la possibilità di vincere quest’anno. Ad Austin continuerà il mio adattamento, non è la pista migliore per il mio stile di guida ma lo è per la Ducati”

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