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MotoGP, Marquez promette: “Voglio cadere di meno, anzi… no”

Il campione spagnolo convinto ma non troppo: “Se cadere servirà a vincere il Mondiale, nessun problema”.
A cura di Valeria Aiello
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Marc Marquez / Getty Images
Marc Marquez / Getty Images

I numeri parlano chiaro: 15 cadute nel 2013, 11 nel 2014, 13 nel 2015, 17 nel 2016, 27 nel 2017 e 23 nel 2018. Dal suo arrivo in MotoGP, il campione del mondo Marc Marquez ha collezionato ben 106 cadute senza contare i tanti salvataggi con gomito e ginocchio che nel paddock gli sono valsi il soprannome di “gatto” di Cervera ma soprattutto gli sono costati la seria instabilità articolare alla spalla sinistra, tanto da essere costretto a sottoporsi a un complicato intervento chirurgico durante la pausa invernale.

Marquez: “Voglio cadere di meno, anzi… no”

Settimane difficili per il doloroso recupero che si spera siano ormai solo un ricordo quando mancano pochi giorni al secondo e ultimo test pre-campionato e meno di un mese al via del Mondiale che scatterà il prossimo 10 marzo sempre in Qatar. Parlando proprio della nuova stagione, Marquez è tornato sul suo stile di guida “aggressivo” con il proposito di cadere di meno. Una promessa che però non convince.

Ho uno stile di guida aggressivo. Amo il rischio ed amo andare al limite. Faccio spesso pattinare la moto, migliorando l'ingresso in curva e la percorrenza. È uno stile che deriva dal motard: se vuoi fare la differenza, devi prendere dei rischi – ha detto Marquez in un’intervista a Canal+.

Non voglio essere più il pilota con il maggior numero di cadute in stagione. Un pilota sa quando può rischiare e quando no, in quale curva può essere al limite e quando conviene essere prudenti. Voglio continuare ad essere veloce, ma cadendo di meno. Chiaro che, se tutte queste cadute mi portano comunque a vincere il titolo a fine anno, non ci saranno problemi. L’arrivo di Lorenzo? È una nuova sfida. Jorge ha talento ed è un pilota molto veloce. Ho bisogno di essere costante e rapido per restare davanti a lui e agli altri. Il compagno di team è sempre il rivale principale”.

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