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MotoGp, Michelin: le tre cause dietro all’incidente di Redding in Argentina

Le indagini svolte dal fornitore unico di pneumatici della classe regina hanno identificato una combinazione di tre fattori dietro al problema sofferto dal britannico della Ducati nel quarto turno di libere al Termas de Rio Hondo.
A cura di Valeria Aiello
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La Ducati Pramac di Scott Redding al rientro ai box
La Ducati Pramac di Scott Redding al rientro ai box

Non una, ma tre le cause che hanno portato all’incidente di Scott Redding nel quarto e ultimo turno del Gp di Argentina che aveva portato al flag to flag in gara e alla corsa ai ripari da parte di Michelin che in Texas aveva introdotto una carcassa più rigida e che verrà utilizzata anche a Jerez e fino a fine stagione. Il costruttore francese, da questa stagione rientrato nel campionato del mondo come fornitore unico degli pneumatici della MotoGP, ha spiegato che il distaccamento del battistrada dal resto dello pneumatico è stato provocato da una combinazione di tre fattori, individuati dalle caratteristiche dell’asfalto, le alte temperature e dal peso del pilota. A spiegarlo è Nicholas Goubert, direttore tecnico di Michelin, che alla vigilia del weekend andaluso ha rivelato l’esito delle indagini condotte dal costruttore di Clermont-Ferrand.

Quanto successo in Fp4 in Argentina a Scott Redding ha portato la gomma a sgonfiarsi, tanto che il pilota ha potuto parcheggiare la moto fuori pista senza cadere. Questo è stato un aspetto positivo ma, tuttavia, non avrebbe dovuto verificarsi – ha esorito Goubert.

Dall'analisi è emerso che il problema è derivato da una concomitanza di una temperatura della pista molto alta, un layout molto esigente della pista e il peso del pilota che fondamentalmente era troppo per lo pneumatico – prosegue. Uno sforzo che lo pneumatico non poteva sostenere. Ciò significa che la decisione presa di fornire ai piloti una costruzione più rigida era quella giusta. In tal senso la nuova costruzione della mescola slick introdotta ad Austin sarà quella utilizzata per il resto della stagione.

Il caso di Baz, una foratura

Goubert ha sottolineato che la Michelin non tornerà in un secondo momento sulla costruzione della mescola e che le condizioni dell’Argentina sono da considerarsi uniche e irripetibili. Per l’azienda francese, quello di Redding non era stato il primo problema con la soluzione posteriore: nei test Irta in Malesia era stato Loris Baz a pagare il prezzo più alto, sbalzato violentemente dalla sua Ducati a 290 km/h, fortunatamente senza conseguenze.

Quello che è successo a Baz a Sepang è stata chiaramente una foratura – ha aggiunto – Abbiamo portato tutti le parti di pneumatico a Clermont-Ferrand per provare a metterlo di nuovo insieme ed era chiaro che c'era qualcosa che è finito sulla pneumatico, forandolo.

Siamo qui per fornire soluzioni pneumatici a tutto campo, che si tratti di Ducati, Yamaha, Aprilia, la Suzuki. Abbiamo fatto un buon lavoro per dare specifiche che possano gestire lo sforzo sia a piloti come Dani Pedrosa, che pesa 60 chili, sia a quelli come Scott che pesa 80 kg.

A fare la differenza sul degrado delle gomme sono lo più stile di guida e il peso del pilota che la marca della moto. E daremo loro qualcosa che gli permetta di guidare. I piloti non fanno nulla di male ma abbiamo dovuto trovare una soluzione che vada bene per tutti”.

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