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MotoGP, mondiale ballerino: tra Marquez leader e Rossi 4° solo 10 punti

Dopo 9 dei 18 Gp salgono a quattro i piloti che si sono alternati in testa al campionato. Non accadeva dal 2008, con l’avvicendamento di Stoner, Pedrosa, Lorenzo, Rossi. Con il 2° posto di Folger in Germania salgono invece a 10 i piloti che da inizio stagione sono finiti sul podio. L’attesa è già tutta per Brno: “Ripartiamo da zero”.
A cura di Valeria Aiello
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Siamo tutti lì, è tutta da giocare”. Dopo 9 Gran Premi dei 18 in calendario, tra Marc Marquez, nuovo leader della classifica iridata, e Valentino Rossi, quarto, ci sono solo 10 punti. Maverick Vinales, primo inseguitore dello spagnolo, è ad appena 5 punti, con Dovizioso a -6, senza dimenticare Pedrosa, quinto a -26.

Una poltrona per quattro

Al giro di boa di un mondiale indecifrabile, sono in quattro i piloti ad essersi alternati in vetta alla classifica della MotoGP: Maverick Vinales è stato in testa dopo le gare in Qatar, Argentina, Francia, Italia e Catalunya; Valentino Rossi dopo Austin e Jerez, Dovizioso dopo Assen, e Marc Marquez dopo il Sachsenring, dove con l’ottava vittoria in altrettante gare disputate dallo spagnolo in Sassonia, ha nuovamente ribaltato la classifica. “Prima di Assen, il mio capotecnico, Santi Hernandez, mi ha scritto un messaggio: ‘Stai tranquillo, alla pausa estiva sarai primo in campionato’. Gli ho risposto che sognava. Dopo il Montmelò ero a -23 punti e lui mi vedeva in testa, la verità è che bisogna crederci sempre” ha raccontato Marquez prima di far valigia e andare in vacanza da leader del campionato. Un’alternanza che in MotoGP non si vedeva dal 2008, quando era Casey Stoner a vincere la prima gara, salvo poi lasciare lo scettro nelle mani di Dani Pedrosa che vinceva il secondo Gp, e poi ancora di Jorge Lorenzo che vinceva la terza gara. Pedrosa ritornò davanti dopo il GP di Cina ma due settimane dopo, a Le Mans, vinse Valentino Rossi, prendendosi la vetta del mondiale che poi conservò per quasi tutto il resto della stagione.

Già in 10 sul podio

Ma la vittoria di Marquez in quello che Petrucci ha definito “il suo giardino di casa” non è arrivata alla ‘solita’ maniera perché il secondo successo stagionale del campione del mondo in carica è arrivata dopo una lunga fuga a due contro il rivale che non ti aspetti, Jonas Folger, rookie della Yamaha Tech3, che per cinque giri ha mandato in delirio il pubblico di casa, fino a quando un lungo alla prima curva permetteva a Marquez di riportarsi in testa alla corsa. “C’è stato un punto in cui mi sono detto ‘Quando caleranno le gomme calerà anche lui’ e invece non mollava mai, era sempre lì a 1-2 decimi – ha spiegato Marquez – Negli ultimi giri ho spinto di più. Arrivare all’ultima curva con un pilota tedesco attaccato non mi sembrava una buona idea. Era una di quelle gare che si doveva vincere”. Poco male per Folger, bavarese di 23 anni, che agguanta il suo primo podio in MotoGP, 60 anni dopo che un pilota tedesco non chiudeva nelle prime tre posizioni il Gp di Germania, portando a quota 10 il numero di piloti a salire sul podio da inizio stagione. Dieci, già la stessa cifra raggiunta in tutta la scorsa stagione che ha comunque visto il record di 9 vincitori diversi. Dieci come nel 2015, anche se a metà campionato i piloti a podio erano solo 7. Un trend che a fine stagione potrebbe spazzare via il record che nella moderna MotoGP resiste dal 2004, quando in 16 Gp stagionali furono in 13 piloti diversi a salire sul podio.

Mondiale ballerino

Con ancora 9 gare da disputare “è tutta da giocare” sintetizza Valentino, non contento del quinto posto in Germania ma che, viste tutte le difficoltà del fine settimana tedesco, ha contenuto i danni di quella che “con il vecchio telaio sarebbe stata un’altra disfatta” come a Jerez e Barcellona. “Sono a 10 punti dalla vetta, ho perso una posizione in campionato perché Marquez era dietro e adesso avanti, ma siamo tutti lì”. Tutti lì, anche se si guarda al mondiale costruttori, con Yamaha in testa a 184 punti davanti alla Honda (-18) e alla Ducati (-32). Tutti lì, anche se si contano le vittorie sulle punta delle dita, con quattro successi della Yamaha (tre di Vinales e uno di Rossi), tre della Honda (due di Marquez e uno di Pedrosa) e due della Ducati (entrambi di Dovizioso). “Ce la giochiamo ad armi pari. Vado in ferie abbastanza tranquillo” ammette Dovi. Ma l’attesa è già tutta per Brno. “Tra un mese è come se ripartissimo tutti da zero” dice il Dottore, come gli altri pronto alla danza di un mondiale ballerino.

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