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MotoGP, nel 2019 la Ducati non vuole più situazioni come quella di Lorenzo a Misano

Ciabatti: “Affronteremo il Mondiale con una strategia diversa e un approccio molto chiaro: preferiamo che i nostri piloti abbiano in mente anche gli interessi della squadra”.
A cura di Valeria Aiello
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Jorge Lorenzo al box Ducati / Getty Images
Jorge Lorenzo al box Ducati / Getty Images

Nuova Desmosedici e una coppia di piloti tutta italiana per la Ducati che nel 2019 punterà al titolo MotoGP adottando una “diversa strategia di guida”. Ad ammetterlo, senza troppi giri di parole, è il direttore sportivo della Ducati, Paolo Ciabatti, che dopo due stagioni in cui la rivalità interna tra Andrea Dovizioso e Jorge Lorenzo ha lasciato punti preziosi in pista, con l’arrivo di Danilo Petrucci in squadra vuole evitare il ripetersi di certe situazioni. Per Petrux l’obiettivo sarà quello di conquistare almeno una vittoria e ottenere risultati consistenti nella top-5 ma soprattutto quello di agevolare la corsa al titolo di DesmoDovi. “Sappiamo che si tratta di uno sport individuale, ma preferiamo che in mente abbiano anche gli interessi della squadra” ha detto Ciabatti a Motorsport-Total.com.

Ciabatti: "Vogliamo evitare certe situazioni"

Il direttore sportivo è tornato su un episodio emblematico della passata stagione, la caduta di Jorge Lorenzo a due giri dal traguardo del Gp di Misano, quando il maiorchino era in lotta per la seconda posizione ma era scivolato nel tentativo di inseguire Dovizioso. “Lorenzo ha vinto l’anno scorso al Mugello e Dovizioso è arrivato secondo. Sarebbe stato fantastico celebrare una doppia vittoria a Misano. Però Jorge è caduto quando era dietro ad Andrea perché voleva sorpassarlo. Se sei secondo all’ultimo giro e il tuo compagno di squadra è davanti a te, non ha senso rischiare un incidente. Vogliamo evitare queste situazioni. Marc ne approfittò in quel momento”.

Non è una critica a Jorge. Lo conosco molto bene e andiamo d’accordo – ha aggiunto Ciabatti -. Inoltre, sapeva già che non avrebbe continuato con noi. Ma penso che il nostro approccio sia molto chiaro per i nostri attuali piloti. Se uno di loro è più veloce, è importante che possa scappare senza essere ostacolato dall’altro”.

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