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MotoGP, pagelle del GP d’Argentina: Marquez super, Rossi vince il duello con Dovizioso

Il Gp d’Argentina vinto da Marquez è stato totalmente dominato dal pilota spagnolo che ha fatto volare la sua Honda dal primo all’ultimo giro, veloce come una lepre, lasciando solo il vuoto dietro di sè. Podio completato però da due italiani: Valentino Rossi e Dovizioso che hanno combattuto non poco fino all’ultimo sorpasso che ha sorriso al Dottore, secondo. Male Lorenzo, ancora nell’ombra e mai protagonista così come Iannone.
A cura di Fabrizio Rinelli
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La voglia di confermare quanto di buono è stato fatto nella gara d’esordio, la determinazione nel voler dimostrare che ciò che si era visto nelle qualifiche non era solo frutto del caso. Nel GP d’Argentina c’erano tanti fattori da tenere in considerazione per i tanti protagonisti in pista, ma alla fine a trionfare è stato Marquez che ha tagliato per primo il traguardo seguito da Valentino Rossi e da Dovizioso terzo. C’era paura per la pioggia che avrebbe dovuto fare da padrona durante la gara e quindi la strategia delle gomme prima dell’inizio è stata fondamentale.

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Gara perfetta da parte del pilota della Honda, ovviamente tra i top in Argentina insieme a Valentino Rossi e Dovizioso. Malissimo invece Crutchlow che è stato penalizzato rendendo praticamente vani gli sforzi buoni fatti vedere durante le qualifiche. Con lui, tra i flop, anche Lorenzo e Iannone. Andiamo dunque a vedere nel dettaglio i top e i flop del GP d’Argentina vinto da Marquez.

Top, chi può sorridere e perchè

Marquez fa la lepre

Pronti via e Marc Marquez fa quello che tutti s'aspettavano: correre più veloce degli avversari e andare dritto verso la vittoria. Dopo tre giri, i secondi di vantaggio da parte del pilota della Honda erano già 3, diventando 4 e mezzo a 20 dalla fine, relegando i vari Dovizioso, Rossi e Morbidelli, con un Miller scatenato, a una gara a parte.

Marquez è stato abile a sfruttare al meglio il fatto che la Ducati di Dovizioso non sarebbe mai stata veloce e che avrebbe lottato solo per mantenere un posto sul podio con gli altri. Mai scelta fu più azzeccata perchè la bandiera a scacchi ha dato ragione allo spagnolo che ha praticamente annullato la competizione lasciando respirare ai suoi inseguitori solo un pò di polvere.

Dovizioso e Rossi onorano la bandiera italiana: che battaglia!

Parlare di gara normale quando hai Valentino Rossi alle tue spalle, è pura follia. Chiedere ad Andrea Dovizioso che fino agli ultimi 8 giri dalla fine, insieme al Dottore, ha dovuto lottare con almeno altri 4/5 piloti per raggiungere il podio capeggiato da Marquez. Ma i due piloti italiani ne avevano di più e infatti fino all'ultima curva si sono dati battaglia a colpi di sorpassi. Forse qualche errore in più da parte di Valentino che in più occasioni ha girato largo lasciando spazio al pilota della Ducati.

Ma il Dottore non ha mai voluto lasciare spazio al suo connazionale lottando per prendersi la seconda posizione. Dovizioso, d'altro canto, non ha quasi mai avuto sbavautre, forte di una tenuta di strada della sua Ducati molto più pulita della Yamaha. Ma la lotta per il secondo posto del podio è stata serrata anche perchè Valentino ha provato a prendersi la scia della Ducati fino alla fine proprio perchè consapevole di avere meno del Dovi. Negli ultimi 4 giri entrambi hanno preso margine rispetto agli inseguitori concentrandosi poi alla fine alla battaglia finale. E così negli ultimi due giri il Dottore ha provato il sorpasso decisivo per prendersi la seconda posizione su Dovizioso che ha costretto il pilota della Ducati al terzo posto.

Miller e Petrucci mostrano i muscoli

Non era facile gareggiare tra Valentino Rossi e Dovizioso, ma la gara di Franco Morbidelli, a bordo della sua Yamaha YZR-M1 è stata a dir poco da applausi. Ha provato fin dall'inizio a tenere il passo di Rossi per prendere la sua scia (molto più veloce di lui) è ha tenuto, dalla terza alla quarta posizione, un ritmo davvero importante. Peccato però per la caduta finale con Vinales che ha reso vano ogni suo sforzo. Bene anche Miller molto deciso e determinato a tenersi pronto per provare a fare sorpassi inaspettati nei momenti morti della gara.

Ma oltre a lui, anche un altro italiano ha fatto la differenza mostrando i muscoli tra gli scarichi del Dottore e quelli del compagno Dovizioso: Danilo Petrucci. Inizialmente è partito come un diesel ma poi dal ventesimo giro in giù, è rientrato in pieno nel gruppone dalla seconda alla sesta posizione. Nel rettilineo ha fatto la voce grossa, ma poi in curva faticava a venire fuori dagli scatenati Moribidelli e Miller.

Flop, chi ha fatto male

Crutchlow: leggerezza determinante

Non era neanche partito male ma poi il povero Crutchlow ha dovuto fermarsi e restare relegato a una gara paraticamente nulla. I suoi tempi nelle qualifiche del sabato non erano stati neanche così negativi ma alla fine è stato il direttivo di gara a metterlo fuori dai giochi penalizzandolo per una partenza falsata che forse neanche il Var (usando una terminologia calcistica), avrebbe mai segnalato. Peccato, poteva dare molto a questo Gran Premio.

Mir e Iannone, quanta fatica

Che la Suzuki avesse avuto difficoltà a mostrare i muscoli durante le qualifiche, lo si era notato tanto e lo ha confermato la gara di Mir che è stata a dir poco anonima, diversa però dal compagno di team, quel Rins che ha fatto di tutto per provare a inserirsi all'interno del gruppone dei primi sei ma senza trovare fortuna. Non è stata una giornata da ricordare anche per l'Aprilia di Iannone relegato alle retrovie fin dall'inizio su un circuito che l'ha sempre visto protagonista negli ultimi anni. C'è da fare molto meglio per uscire nuovamente allo scoperto.

Nella Honda solo Lorenzo fa male

Se da un lato c'è un Marquez che accende i fuochi d'artificio gara dopo gara, dall'altra c'è da segnalare l'ennesimo inizio di stagione falsato di Jorge Lorenzo che sembra solo il lontano parente di quel pilota fenomenale ammirato negli anni alla Yamaha.

Il suo Gp d'Argentina non l'ha visto assolutamente protagonista, chiuso tra gli scarichi di Zarco e le retrovie, l'ormai ex campione del mondo ancora non ha trovato il giusto feeling con la moto, ma bisognerà fare presto per risalire e non ripetere le stagioni anonime viste in Ducati.

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