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MotoGP, Pernat: “Simoncelli come Rossi, ma lui era spontaneo”

Il manager genovese parla del Sic: “Era un grandissimo campione, il mondiale se lo sarebbe giocato. Spesso viene messo a paragone con Valentino, e ci sta, ma Rossi non è come lui”.
A cura di Valeria Aiello
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Carlo Pernat, il manager genovese che negli anni ha seguito la crescita sportiva di campioni del calibro di Max Biaggi, Loris Capirossi, Valentino Rossi, e non da ultimo Andrea Iannone, è una delle persone che conoscevano meglio Marco Simoncelli. Pernat ha assisto da vicino alla crescita sportiva del campione di Coriano e, nei giorni in cui il Sic avrebbe compiuto 31 anni, è intervenuto a ‘Radio Sportiva’ dove ha ricordato Marco e parlato della Fondazione e della Squadra Corse nate in suo nome. “La Fondazione ed il team Sic58 sono serviti al padre – Paolo Simoncelli, ndr –  a capire l’enorme affetto che c’è nei confronti di Marco. Io lo seguivo passo dopo passo, era davvero un ragazzo delizioso e molto simpatico. Lui aveva la capacità di essere normale, una qualità che aveva fatto innamorare tutti” ha ricordato Pernat,

“Simoncelli come Rossi, ma lui era spontaneo”

Marco era un grandissimo campione, sarebbe arrivato sicuramente in vetta. Lui c’era già, ma gli mancava un piccolo passo a causa dell’esperienza. Il mondiale se lo sarebbe giocato, non so se lo avrebbe vinto, ma sarebbe stato lì. L’idea della Fondazione ci venne a casa di Paolo, lui non si rendeva conto di quanto Marco fosse amato” aggiunge Pernat che fa poi un parallelo con Valentino Rossi: “Spesso loro due vengono messi a paragone e ci sta, entrambi simpaticissimi. Valentino però spesso parla con la suocera perché il genero intenda, Marco invece era spontaneo, ti faceva la battuta senza secondi fini”. Infine, sul terribile Gp di Malesia che Simoncelli non ha mai terminato, il rammarico di aver perso un ragazzo e campione come il Sic. “Quel giorno a Sepang ce lo ricordiamo tutti. Penso sia stato incredibile morire sulla pista più sicura al mondo, con tutte quelle vie di fuga. Se lasciava andare la moto non succedeva nulla, ma un pilota la tiene sempre la moto in mano, sono un’anima sola e lui non l’ha lasciata andare” ha concluso.

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