MotoGP, Petrucci: “Marquez aveva tutto da perdere, io al massimo rischiavo quattro schiaffoni”
“È stato come vedere un film che ti piace tanto e poi alla fine ti si spegne la tv”. Questo il primo pensiero di Danilo Petrucci quando gli si chiede quale sia il mix di sensazioni dopo il Gp di San Marino e Riviera di Rimini. Beffato da Marc Marquez che alla prima curva dell’ultimo giro ha concretizzato la sua strategia, il ternano del team Pramac è stato comunque grande protagonista della gara di Misano, salvo masticare amaro per aver sfiorato ancora una volta l’impresa. La piazza d’onore resta ad oggi il suo miglior piazzamento in MotoGp, il migliore sul circuito intitolato a “Marco Simoncelli” che questa mattina si è risvegliato sotto una pioggia copiosa che ha regalato non pochi colpi di scena in gara, come la caduta di Jorge Lorenzo quando era al comando della corsa e che ha regalato a Petrucci una leadership difesa con i denti.
Petrucci: "Io al massimo rischiavo quattro schiaffoni"
Peccato che Marquez lo abbia studiato per tutta la gara, superandolo quando ormai il Petrux sognava la vittoria. “Ci ho creduto tutta la gara, sapevo che Marc era lì, lo vedevo dai tanti maxi schermi in pista, era difficile, forse nelle prime fasi ero un po’ più forte – ha analizzato Petrucci ai microfoni di Sky Sport – Ho provato ad andare via ma lui ha resistito, sapevo che mi avrebbe attaccato nell’ultimo giro. Non pensavo alla curva 1, l’ho sentito arrivare, ha staccato forte e mi ha passato. Poi alla curva 4 ho provato a superarlo, mi si è chiuso lo sterzo e non sono caduto per miracolo. Speravo che si tenesse qualcosa per non rischiare, invece è stato cattivissimo. È stata una gara difficilissima, ho preso dei bei rischi, mi dispiace molto non aver vinto. Farlo passare? Ci ho pensato ma avevo timore che andasse via, anche perché quando io spingevo, ero al limite ma lui era sempre lì. Non è stato facile stare davanti per 20 giri a fare il ritmo, è stata dura veramente. Sono un po’ deluso”.
Oggi mi ha battuto, è stato più forte però vincere in Italia sarebbe stato una figata pazzesca. Lui aveva tantissimo da perdere, io invece a parte quattro schiaffoni dal box non avrei rischiato niente. Se mi fossi sdraiato all’ultimo giro al massimo andavo a casa a piedi.