MotoGP, Petrucci: “Rossi stupito da Vinales ma sempre tra i favoriti”
Terzo anno in Pramac e terza Ducati GP17 per Danilo Petrucci, gemella della due affidate ai piloti ufficiali Jorge Lorenzo e Andrea Dovizioso, presentata martedì 28 febbraio a Napoli, nella suggestiva cornice di Castel dell’Ovo. Negli ultimi anni anche piloti come Nico Rosberg e Sebastian Vettel si erano fatti un giro nel capoluogo partenopeo, alla vigilia della stagione in cui avrebbero messo le mani sul titolo in F1. Adesso è toccato al ternano raccogliere la scaramanzia del “vedi Napoli e poi… vinci”. Per Danilo è la prima volta tra sfogliatelle, pizze e babà. “Era da tempo che volevo venire a Napoli e sinceramente me ne avevano parlato tutti molto bene, specie per il cibo – ammette – A cena però è stato durissimo non prendere la pizza, sto lavorando con il peso e la bilancia, non è facile quando si hanno 10-12 chili in più degli altri piloti”.
Pronto al confronto con Lorenzo e Dovizioso
A dividere il box con Petrucci sarà Scott Redding, ma sarà solo Danilo ad avere l’ultima “arma” Ducati. Un doppio passo in avanti per il ternano che passa dalla GP15 della passata stagione alla GP17 e con cui durante la stagione continuerà lo sviluppo di alcune evoluzioni di Borgo Panigale, come chiarito da Gigi Dall’Igna e Paolo Ciabatti, rispettivamente direttore generale e direttore sportivo di Ducati Corse, durante la presentazione ufficiale. Il confronto con Dovizioso e Lorenzo sarà costante ma Petrux è pronto alla sfida.
Di certo non sarà facile. Sarà una stagione cruciale per me e il mio futuro. Mi sto preparando a tutto – spiega – Sento la pressione e credo sia normale. Se gli altri anni avevo l’alibi di non aver la migliore moto del reparto corse, adesso non ci sono scuse. Quest’anno dovrò confrontarmi con Lorenzo e Dovizioso che hanno vinto mondiali e gare. La pressione c’è ma sto cercando di lavorare duro ed essere più vicino possibile a loro. Non sarà facile, occorre essere una colonna portante della Ducati in pista, mi piacerebbe che loro possano contare su di me e questo voglio meritarmelo.
Essere la terza moto Ducati e dover fare dei test non avvantaggiano nella prestazione a breve termine e sia a Sepang che Phillip Island sono stato quello che ha girato di meno – prosegue – La base della moto è buona, e quel poco che ho girato sono stato bene. Tra i tre sono quello che va più piano ma lo sapevamo che era così e abbiamo accettato questa clausola dell’essere una moto laboratorio. La voglio pensare dal punto di vista che ho una moto che può permettermi di vincere delle gare o essere sul podio.
Mi piacerebbe migliorare i risultati del 2015 e finire, dove ho lasciato, le gare dove ero in testa – ammette Petrucci – La concorrenza è molto agguerrita, ma levati i primi 5, fino al 17° siamo davvero molto vicini. L’obiettivo è rientrare nei primi dieci in campionato e per questo sto lavorando al massimo, la squadra è competitiva e con questo abbiamo le basi per fare bene. La differenza tra far bene e male è molto piccola e questo sarà un problema specie nei giorni in cui non saremo a posto”.
“Stoner? Come Maradona”
In pista, nei test in Malesia, c’era anche Casey Stoner, collaudatore d’eccezione della casa bolognese e particolarmente veloce nelle giornate di test completate. Il suo ruolo di ‘special coach’ Ducati non è definito ma confronto con l’asso australiano sono uno stimolo a fare meglio.
Casey ha uno stile di guida che va contro tutto questo, guida in maniera diversa e perciò è molto veloce – premette Petrucci – il suo ruolo è quello di dirti dove sbagli, dove puoi far meglio ma il suo stile di guida è molto particolare. Nel mondo, solo lui riesce a fare queste cose qui. Seguendolo i pista e guardando i dati, Casey è sempre un fenomeno. Un po’ come Maradona, nel senso che, se non si allena, non cambia niente: prende la palla… Casey con la moto è uguale, l’occhio da pilota non lo prende mai”
Casey è uno stimolo perché ha vinto tanto e stargli davanti è sempre bello. Parliamo di uno che ha vinto due mondiali, di sicuro ti girano le p*** vederlo davanti, ma mai come in questo momento Casey è uno stimolo – aggiunge – Abbiamo un buon rapporto, ma il suo stile di guida è molto diverso, la sua guida la basa sull’accelerazione mentre io sono uno che frena sempre molto forte. Quindi siamo agli opposti ma seguire i suoi insegnamenti mi ha aiutato.
"Rossi stupito da Vinales ma sempre tra i favoriti"
Impossibile non parlare di Jorge Lorenzo, del suo ormai ex teammate Valentino Rossi e di Maverick Vinales che sulla Yamaha ereditata dal maiorchino, già dai nei primi test di Valencia, e poi anche a Sepang e Phillip Island, è sempre stato davanti.
Valentino Rossi? L’ho sentito solo per telefono, si è stupito di Vinales, nessuno pensava che fosse così veloce. Poi però Valentino ha sempre dimostrato che in gara è un’altra storia. Credo che per il mondiale ci sia anche lui.
Lorenzo sulla Ducati? Non credo che abbia espresso il suo potenziale. Jorge ha un suo stile di guida e credo che per lui sia la prima volta che si debba adattare ad una moto. Il suo stile non è quello che aveva in Yamaha, a Phillip Island più o meno si è visto qualcosa ma quello che abbiamo visto, purtroppo, sono stati solo due test e su due piste molto diverse.
La Ducati non è come le moto giapponesi ma ha i suoi pregi. È difficile perché si guida come dice lei, quindi vai contro l’istinto e non è facile arrivare al limite come ad esempio riescono Marquez o Vinales, che hanno una moto molto simile alla quella che guidavano prima. Vinales, in particolar modo, ha trovato una moto molto a posto.