MotoGP, restrizioni “molto più forti” per il pacchetto aerodinamico
Negli ultimi test MotoGP a Sepang quasi tutti i team hanno sfoggiato un nuovo pacchetto aerodinamico che, se promosso, dovrà passare il vaglio del direttore tecnico Danny Aldridge per essere utilizzato durante il campionato. L’abolizione delle alette ha scatenato una corsa prima alle ali interne e poi alle carene aerodinamiche che dovranno essere omologate alla vigilia della prima gara in Qatar. Differenze chiave possono però fare la differenza quando si parla di sicurezza. La Yamaha, ad esempio, nei test di Valencia aveva presentato una carena non conforme, mostrando poi a Sepang una versione che invece lo era.
Restrizioni per l'aerodinamica
Limitazioni che dalla prossima stagione saranno “molto più forti” con l’introduzione di parametri ben precisi, anticipati dal direttore tecnico della MotoGP. “La soluzione deve corrispondere a criteri ben precisi oltre che a regole severe sulle dimensioni e la forma dell’ala, tema che in questo momento è molto dibattuto” ha spiegato Aldridge. “La cosa più importante è che abbiano una zona superiore, una laterale e una sottostante che sono tecnicamente chiuse, un sistema molto più sicuro rispetto alle ali utilizzate dalla Ducati fino a pochi anni fai”. In vista del 2019 Dorna sta pensando alla definizione di un pacchetto aerodinamico: “Non sarà una soluzione facile” ha ammesso in un un’intervista a Speedweek.com. “Il "pacchetto Aero" fa parte della moto, certamente non è importante come nelle auto, ma è una parte importante nello sviluppo, quindi deve permettere una certa deportanza. Dobbiamo definire i parametri in modo più preciso. Vogliamo impostare la dimensione massima, la larghezza massima e l'altezza massima, e così via. Abbiamo proposto per 2019 alcune dimensioni all'interno delle quali ci si dovrà muovere. Ci saranno restrizioni molto più forti. Si deve discutere quanto possiamo andare lontano”.