MotoGP, Rossi: “Iannone, Marquez e Vinales vanno forte, poi ci siamo noi”
Terza fila in griglia a Phillip Island per Valentino Rossi che nelle qualifiche del GP d’Australia non va il settimo tempo in un sabato complicato dalle condizioni meteo e dalla pioggia iniziata a cadere nei primi minuti delle Q2. Un casella fotocopia di quella della passata stagione come anche per altri big, a partire dalla pole conquistata dal neo campione del mondo Marc Marquez che, come nella gara dello scorso anno, in griglia precede le Yamaha di Maverick Vinales e Johann Zarco.
In ogni caso, una terza fila che “non è un disastro” ha ammesso il Dottore a fine giornata. “Di solito queste non sono le nostre condizioni, bisognava essere molo coraggiosi perché pioveva un po’ – le parole di Valentino ai microfoni di Sky Sport – . Secondo me, per come sono andato in Fp3 ed Fp4, con una qualifica normale potevo partire un po’ più avanti, la seconda fila poteva essere alla mia portata però comunque sono settimo e questa è una pista molto particolare dove contano tanto le scie”.
“Iannone, Marquez e Vinales vanno forte, poi ci siamo noi”
“Parto in terza fila, non è fantastica ma neanche un disastro – ha aggiunto il pesarese – La cosa positiva è che oggi è che oggi ho migliorato il feeling con la moto e sono stato un po’ più veloce come passo. Rimane da scegliere le gomme e vedere che tempo domani sperando che ci sia una bella giornata. È difficile scegliere pensando a una strategia per la gara, sulla carta ci può essere una gara di gruppo, ma non si sa mai, dipenderà molto dal meteo”. Infine, quando gli è stato chiesto quali siano secondo lui i favoriti per la vittoria, il campione di Tavullia ha fatto mistero, indicato chiaramente i nomi dei piloti che, in vista della gara che domani scatterà alle 16:00 ora locale, quando in Italia saranno le 6:00 del mattino, hanno qualcosa in più. “Secondo me Iannone, Marquez ma anche Vinales vanno forte, poi un po’ dopo ci siamo io, Zarco, Dovizioso e Rins che abbiamo un ritmo simile, forse anche Miller, quindi già siamo sette o otto”.