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MotoGP, Schwantz difende Rossi: “Marquez non può continuare così”

L’ex iridato della 500 si scaglia contro la condotta dello spagnolo in Argentina: “Non puoi buttarsi dentro e poi dire che gli dispiace. Ha bisogno di sentirsi dire che, se si ripeterà, sarà ‘parcheggiato’”.
A cura di Valeria Aiello
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Kevin Schwantz
Kevin Schwantz

A una settimana dalla gara di domenica al Termas de Rio Hondo le polemiche sulla condotta di gara di Marc Marquez, penalizzato per tre volte – un ride through per la manovra in partenza, la restituzione della posizione dopo la carenata ad Aleix Espargaro e 30’’ al tempo finale per il contatto con Valentino Rossi – non accennano a diminuire. In questi giorni in tanti hanno espresso il proprio parere: molti ritengono che Marquez avrebbe dovuto essere punito con sanzioni più pesanti, ma c’è anche chi si è scagliato contro Valentino Rossi e le pesanti accuse rivolte al rivale nel dopo gara. A prendere le difese del Dottore è però Kevin Schwantz che in un’intervista Motorsport.com ha chiarito il suo pensiero.

“Non può colpire gli altri e dire mi dispiace”

Per l’ex iridato della 500 Marquez meriterebbe di essere messo in ‘probation’, una sorta di cartellino giallo per il quale, se dovesse ripetere gli stessi errori e entrare in contato con qualche altro pilota, verrebbe automaticamente squalificato. “Penso che sia stato penalizzato per quello che ha fatto – ha detto Schwantz – Ma penso che dovrebbe essere messo in probation per il resto della stagione. Ha bisogno di sentirsi dire che se per qualsiasi motivo entrerà in contatto con qualcun altro, sarà ‘parcheggiato'. Non puoi semplicemente buttarti dentro, colpire l'altra moto e poi dire: ‘Oh, mi dispiace, ho fatto un errore'. Sappiamo tutti che non è giusto. Tutti commettono errori occasionali in situazioni critiche, ma non dovrebbe continuare a farlo, soprattutto con conseguenze che mettono in pericolo anche altri piloti”.

"Deve riconsiderare la sua visione"

Schwantz ha poi passato in rassegna i concitati attimi che hanno preceduto la partenza, quando Marquez ha fatto spegnere la moto in griglia, riaccendendola per tornare contromano sulla casella e schierarsi per il via. “Se non ha fatto quello che gli aveva detto Tony Congram – il commissario dell'IRTA, ndr – avrebbe dovuto essere squalificato dalla gara entro i primi due giri, fine della discussione. Dovevano dirgli: ‘Hai spento la moto, ti ho detto di partire dalla pitlane, ma non hai fatto nulla di questo, quindi sei fuori'. Questo avrebbe impedito che continuasse a fare tutte le stupidaggini che ha fatto dopo”. Secondo l’australiano, la MotoGP dovrebbe riconsiderare anche la pratica di dare dei ride through: “Forse non c'è bisogno di dare dei ride through. Forse dovrebbero solo aggiungere 30 o 60 secondi al tempo di gara. Forse non dovrebbero rimandare in pista i piloti dopo aver pagato una sanzione di questo tipo, perché abbiamo visto cosa può fare un pilota quando è arrabbiato. Nessuno dovrebbe preoccuparsi della sua sicurezza quando sta correndo. Non è uno sport di contatto e l'unica preoccupazione che deve avere un pilota è quella di essere battuto, non di essere colpito. Marquez ha bisogno di riconsiderare la sua visione. Sappiamo che è un grande talento, sappiamo che è veloce. Se imparasse ad essere anche un po' più fluido, penso che sarebbe stupito nello scoprire quanto può essere veloce”.

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