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MotoGp, Valentino Rossi: “Così non si può pensare al mondiale”

Il pesarese a -33 da Marquez dopo il settimo posto nella gara in Austria: “Non è intelligente pensare al mondiale quando sei settimo. Il degrado gomme è un problema, serve che dal Giappone ci diano una mano”.
A cura di Valeria Aiello
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Valentino Rossi sulla griglia di partenza del Gp d'Austria / Gettyimages
Valentino Rossi sulla griglia di partenza del Gp d'Austria / Gettyimages

Soltanto settimo al Red Bull RIng, Valentino Rossi vive una scena già vista in questa stagione, rallentato dal calo della gomma posteriore, durata dieci giri sui ventotto della gara. Un problema non nuovo al Dottore, che  neppure il nuovo telaio è riuscito a risolvere. “Almeno adesso la moto va meglio, a Jerez e Barcellona non eravamo mai stati veloci, qui fino a metà gara almeno sì” ha spiegato il pesarese.  Come per Valentino, che scivola a -33 da Marquez, anche il sesto posto di Maverick Vinales non fa bene alla Yamaha nel mondiale.

Non è intelligente pensare al mondiale se si finisce settimi. Dopo un po’ di giri soffriamo il calo importante della gomma e tutto diventa molto  difficile Sinceramente al Red Bull Ring pensavamo di essere più veloci, e sia io sia Maverick abbiamo fatto il massimo. Non ho rimpianti, né a livello di assetto, né di gomme scelte, tanto che se dovessi correre tra un’ora, rifarei esattamente le stesse scelte – sono state le parole di Valentino, come riportate da Gazzetta dello Sport.

Problema che ha complicato una gara che prove e qualifiche avevano fatto capire come Andrea Dovizioso e Marc Marquez avessero un qualcosa in più. “Abbiamo lavorato per non distruggere le gomme, sono stato veloce per 10 giri e lo dimostra anche il fatto che ha fatto registrare il secondo giro più veloce dopo Zarco. Ero convinto di giocarmi il podio, stavo lì con Marquez e le due Ducati con gomme soft, come Zarco che mi era alle spalle. Poi però c’è stato un grosso calo della gomma posteriore e la moto è diventata difficile da guidare. Poco dopo ho anche fatto l’errore in frenata ma a quel punto ero già lento”.

Serve lavorare meccanicamente e come elettronica e la soluzione a questo punto deve arrivare dal Giappone, perché noi più di così non possiamo fare”.

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