MotoGP, Valentino Rossi: ecco quanto “vale” la sua VR46
Valentino Rossi continua a vendere e far vendere. Non importa che vinca o meno, il pesarese resta un vincente con la “v” maiuscola, un concentrato di eccellenza che di carisma e tenacia ne ha fatto un patrimonio personale. Con 9 titoli iridati, 115 vittorie e 232 podi conquistati dal suo esordio nel Motomondiale, il Dottore rimane la ruota motrice di questo sport, capace di veicolare la MotoGP e il suo mito in tutto il mondo.
Ecco quanto “vale” la sua VR46
A partire dal suo numero di gara, quel 46 giallo ereditato da babbo Graziano che, insieme alle iniziali del suo nome, dal 2012 è diventato un marchio di successo, la VR46, multinazionale con sede a Tavullia che gestisce il merchandising dello stesso Rossi e di molti altri piloti del mondiale. “Ci siamo trasferiti qui nel 2012, quando abbiamo avviato l'attività marketing di Vale” racconta in un’intervista a Motorsport.com Alberto Tebaldi, storico amico di Valentino e amministratore delegato della VR46. “Poi abbiamo allargato un po’ l’orizzonte e ora ci occupiamo di produrre anche il merchandising di altri piloti e squadre, come ad esempio Yamaha e KTM”.
“Delle 80 persone che più o meno costituiscono l'intera VR46, metà di queste, una quarantina, fanno parte del marketing – spiega Tebaldi – . Qui sono tutti felici, ci divertiamo e lavoriamo in questo modo. Cerchiamo di rendere la giornata il più piacevole possibile, dai dirigenti allo chef. È così che Vale ha sempre vissuto”.
In appena sei anni, il giro di affari della VR46 è cresciuto in maniera esponenziale ma, nonostante la progettazione, produzione e marketing del merchandising di tutti gli accessori di altri piloti, compresi quelli di Maverick Vinales e Cal Crutchlow, la fetta più sostanziosa del business è quella relativa ai gadget del pesarese. “Valentino concentra l'80% del fatturato, che lo scorso anno era di 20 milioni di euro. Secondo le stime, nel 2018 saremo di nuovo attorno a questa cifra” ha rivelato Gianluca Falcioni, responsabile del design della VR46. “In passato abbiamo lavorato con la Juventus per due anni e ora lo facciamo con la Lamborghini. Ci occupiamo dell'intero processo e siamo presenti in circa 50 paesi” con punti vendita in tutti i Gran Premi d’Europa mentre per quelli nel resto del mondo “ci appoggiamo ai nostri distributori – ha aggiunto Gianluca Falcioni, responsabile del design della VR46 – . Inoltre, abbiamo anche dei nostri negozi a Tokyo, Kyoto e Taiwan”.
Dell’altro impero del Dottore, fa parte non solo l’azienda di magliette, cappellini e t-shirt ma anche la VR46 Riders Academy, fucina di giovani talenti di cui Uccio Salucci insieme a Carlo Casablanca e Alberto Tebaldi, è responsabile della direzione sportiva. “La nostra gestione dei piloti è a 360 gradi – dice Salucci – Ci occupiamo dei contratti dei piloti, ma anche della loro preparazione a tutti i livelli. Ed è per questo che otteniamo una percentuale. In questo modo, i ragazzi possono dedicarsi esclusivamente alle gare e all'allenamento, che è quello che devono fare. Li monitoriamo in modo permanente, sia dal punto di vista nutrizionale che in allenamento. Ogni volta che prepariamo delle attività con le moto, qualunque esse siano, tutto è pronto e i meccanici dello Sky Racing Team VR46 è a loro disposizione” ha aggiunto il braccio destro di campione della Yamaha che, dopo i titoli di campione del mondo Moto2 conquistati da Franco Morbidelli nel 2017 e Pecco Bagnaia nel 2018, ha le idee chiare sui programmi futuri. “Vogliamo dare un campione del mondo alla MotoGP. Non ci aspettavamo che il successo arrivasse così rapidamente. Non pensavamo che Bagnaia potesse crescere così tanto o che altri come Marco Bezzecchi o Luca Marini si presentassero a quello livello. Comunque, per prima cosa vogliamo vincere con Valentino, poi vedremo”.