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MotoGp, Valentino Rossi: “Vinales? Speravo di avere un problema più piccolo”

Il pesarese ai microfoni di DeeJay Chiama Italia: “Dopo i primi test ho capito che il problema sarà quanto meno uguale a quello con Lorenzo. Forse Maverick è più simpatico ma non ne sono sicuro. Marquez? Ha dimostrato molte cose alla fine del 2015”.
A cura di Valeria Aiello
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Valentino Rossi / Getty
Valentino Rossi / Getty

Ultimo bilancio stagionale e uno sguardo alla prossima stagione per Valentino Rossi, ospite a Deejay Chiama Italia a Milano, sulla graticola di Linus e Nicola Savino alla vigilia del Rally di Monza. Tanti i temi dell’intervista, a partire dai rivali sui circuiti della MotoGp ai piloti della sua VR46 Academy, passando per i quasi vent’anni dal debutto all’evento brianzolo. “È sempre bello, la prima volta al Rally di Monza è stato nel 97” ricorda, mentre scherza sugli allenamenti al volante, nell’attesa di tornare in sella alla sua M1 a fine gennaio.

Vinales, Lorenzo, Marquez e.. ultime "scorie"

Dal 2017, il compagno di squadra di Rossi sarà Maverick Vinales, sbarcato in Yamaha con la partenza di Jorge Lorenzo per la Ducati. Insieme al 21enne spagnolo, il pesarese ha già completato due sessioni di test, prima a Valencia e poi a Sepang, e i primi responsi in pista hanno mostrato il grande spirito di adattamento di Vinales, subito veloce e a proprio agio sulla M1.

Scelto io Vinales? Non è vero, io avrei preferito Pedrosa, un pilota più vecchio – scherza Rossi – Speravo di avere un problema più piccolo. Invece dopo i primi test ho capito che il problema sarà quanto meno uguale. Forse un po’ più simpatico, ma è molto veloce. Alla fine, i rapporti con Lorenzo si sono rovinati tanto dopo la fine del 2015, perché abbiamo litigato abbastanza forte. E poi da lì, il nostro rapporto non è più ridecollato. Dopo la gara, a Valencia, è venuto nel box e ci siamo abbracciati. Mi ha detto che comunque lui ha sempre avuto rispetto per me. Probabilmente con Vinales potrà andare un po’ meglio ma non ne sono così sicuro.

Marquez? Fortunatamente non è il mio compagno di squadra, penso che abbia dimostrato molte cose alla fine del campionato 2015. Quindi fra noi non ci sarà più niente, un normale rapporto di lavoro e rispetto. È un pilota veramente forte, non molla mai e dà sempre tutto per vincere. Ha una abilità di guida dell’ultima generazione e un modo di stare in moto con il gomito attaccato per terra, quindi quando gli si chiude davanti riesce a non cadere toccando il gomito. È un po’ troppo forte, un po’ meno andava bene uguale.

Dispiaciuto per non aver vinto questo mondiale? Sì, ma mi è dispiaciuto di più non vincere quello dell’anno scorso. Quest’anno sono stato un po’ sfortunato e ho sofferto delle scorie dell’anno passato che sono state molto difficili da digerire e ancora non ce l’ho fata del tutto. è stata dura, un periodo un po’ difficile, fino alla prima vittoria di Jerez è stata difficile. E poi sono stato sfortunato. Il crocevia del campionato è stato al Mugello perché se lì non si fosse rotto il motore sarei stato in lotta. E quando sei in lotta e diverso. Quando sei a 30 punti è facile, invece quando sei a 5 si complica tutto e anche per l’altro diventa più difficile.

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