MotoGP Qatar: Vinales, fu vera gloria? Rossi e big pronti alla spallata
Ha vinto al debutto con la Yamaha, come da pronostico. Il deserto del Qatar incorona Maverick Vinales che dopo una cauta partenza che lo ha visto finire in quinta posizione, è venuto fuori sulla distanza, recuperando velocemente in sella a una Yamaha con cui si è sentito a proprio agio fin dai primi test post-campionato di Valencia 2016. Una vittoria annunciata ma per nulla scontata, visto che una volta superato Marc Marquez, il 22enne di Figueres ha dovuto vedersela con Andrea Dovizioso che gli ha fatto sudare non poco l’impresa. La sua storia con la Yamaha inizia come meglio non si sarebbe potuto immaginare, consacrata da una vittoria che porta a quota 18 il bottino di successi di Vinales nel Motomondiale, secondo trionfo in MotoGp dopo quello dello scorso anno a Silverstone. “Sono felice ma la strada è lunga” ammette Maverick, con l’umiltà da pilota consumato.
Rossi e big pronti alla spallata
Non ci avrebbe scommesso nemmeno lui. E invece il miracolo invocato negli ultimi test è arrivato, puntuale, per la notturna del Qatar. Valentino Rossi risorge da un inverno difficile e due giorni di prove che lasciavano presagire posizioni lontane dai suoi stretti confini di competitività, protagonista di una gara ben al di sopra delle aspettative. “Ho corso con un assetto che non avevo mai utilizzato prima” dice Valentino che per quanto ci abbia abituato a stravolgimenti dell’ultim’ora, sorprende se stesso e agguanta un podio insperato. “È una grandissima maniera per iniziare, mi sono divertito da matti”. Un po’ meno, invece, chi lo dava per ‘bollito’. “Bastano un paio di test senza risultati, e tutti a dire che sono vecchio, che non vado più perché ho 38 anni… Diciamo che la Yamaha è una moto da gara e io sono un pilota da gara più che da test” ha sintetizzato, raggiante per il podio numero 222 in 22 stagioni di Motomondiale. Situazione differente quella di Marquez, dopo test e prove che lo davano tra i favoriti alla vittoria: lo spagnolo sbaglia scelta gomme e parte con l’anteriore media, pagando a caro prezzo l’errore di strategia. “Ma in Argentina sarà un’altra gara” preannuncia il campione di Cervera che al Termas de Rio Hondo ha vinto due delle tre edizioni del Gp fino ad oggi disputate. L’altro successo è appannaggio del Dottore, pronto a sfoderare l’arma del corpo a corpo con cui in carriera ha combattuto centinaia di battaglie.
Lorenzo, peggio di Vale alla ‘prima’ in Ducati
Undicesimo, a 20 secondi da Dovizioso, in una gara ridotta a 20 giri per la pioggia venuta giù prima della partenza. Tanti, probabilmente troppi, per avere la stessa Ducati di Dovizioso ed essere il pilota designato a riportare il titolo a Borgo Panigale. “È stata una gara complicata, voglio però essere positivo anche se questa mia prima gara non è andata come speravamo” ha ammesso Lorenzo che archivia il suo debutto in Ducati, facendo peggio anche di Valentino Rossi che alla sua ‘prima’ in sella alla Rossa chiuse settimo al traguardo a 16 secondi dall’allora vincitore Casey Stoner in una gara di 22 giri. Quella del Dottore, nel 2011, era comunque la prima Ducati in griglia, mentre il maiorchino è finito dietro non solo alla GP17 di DesmoDovi ma anche a GP16 di Scott Redding. “Sappiamo di avere ancora molto lavoro da fare”, lavoro che riprenderà da mercoledì, a Jerez, quando insieme a Dovizioso tornerà in pista per una sessione di test privati.