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Multe all’estero? Niente scuse, vanno pagate

È il Centro europeo consumatori a chiarirlo: vale il principio di reciprocità sul riconoscimento delle sanzioni pecuniarie negli stati che fanno parte dell’Unione Europea quindi gli automobilisti hanno l’obbligo di pagare anche se l’infrazione è stata commessa fuori dal proprio paese.
A cura di Matteo Vana
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Fino a poco tempo fa le autorità ignoravano – nella maggior parte dei casi – le sanzioni notificate a veicoli extra-nazionali, sia per la difficoltà nell’identificare il trasgressore, che per la differenza di normativa vigente nel Paese dell’automobilista multato. Adesso, però, sfuggire alla multa è più difficile:  è l’ufficio di Bolzano del Centro europeo consumatori (Cec), al quale si sono rivolti numerosi automobilisti raggiunti da una o più contravvenzioni per infrazioni commesse fuori dall’Italia, a togliere ogni dubbio. Meglio pagare se non si vuole andare incontro alla procedura di riscossione che vale anche per le sanzioni comminate in patria.

Vale il principio di reciprocità della sanzione

Da quasi un anno, infatti, è ormai in vigore il principio di reciprocità sul riconoscimento delle sanzioni pecuniarie negli stati che fanno parte dell'Unione Europea: gli automobilisti, quindi, hanno l'obbligo di pagare la contravvenzione, a meno che non siano in grado di contestarla. A rendere tutto più complicato sono le procedure piuttosto complesse: il ricorso, infatti, va presentato entro tempi specifici e generalmente nella lingua del paese che ha inviato la multa. Ogni sanzione amministrativa va pagata, sia nel caso si tratti di una multa europea che di una italiana. Il nuovo sistema di regole, applicato in tutti gli stati membri, permette alle autorità locali, mediante una comunicazione diretta tra database delle motorizzazioni europee, di velocizzare l’identificazione del veicolo e quindi del trasgressore, il quale non potrà più farla franca.

Il sistema Cross Border

Scoperto il nominativo, la Polizia dello Stato membro dove viene effettuata la violazione comunica al soggetto multato, attraverso una lettera, il tipo di violazione commessa, la data, il luogo, l’ora di rilevazione e l’eventuale dispositivo utilizzato. È il sistema "Cross Border", che facilita lo scambio di dati e che è stato introdotto per le violazioni più comuni come eccesso di velocità, mancato utilizzo della cintura di sicurezza o del casco, passaggio con il semaforo rosso. L’Italia, proprio come gli altri paesi dell'Unione, riconosce la validità delle sanzioni e la riscossione avviene pertanto con le medesime modalità previste per le multe emesse sul territorio nazionale: in casi estremi queste possono portare anche al pignoramento dei beni. Il nostro paese, infatti, con il recepimento della direttiva 2005/214/GAI ha eliminato ogni ostacolo all’eseguibilità delle contravvenzioni estere.

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