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Nel 2014 si torneranno a vendere auto

Secondo il Centro studi Promotor il 2014 potrebbe essere l’anno della ripartenza del mercato automobilistico, con un +2,7% di immatricolazioni rispetto al 2013. Poco, ma è comunque un “più” dopo mesi e mesi di segni negativi.
A cura di Redazione Motori
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I dati sullo stato di salute del mercato dell'auto ad ottobre 2013 sembravano non potessero giustificare alcun ottimismo ed invece, secondo il Centro studi Promotor, nel 2014 si potrebbe registrare in Italia un aumento delle immatricolazioni del 2,7% rispetto al 2013, equivalente a 1.330.000 immatricolazioni circa contro il 1.295.000 previsto per quest'anno. Una crescita timida, soprattutto se si considera che il secondo termine del confronto, ossia l'anno che si sta chiudendo, rappresenta uno dei periodi più neri dell'Italia del dopoguerra. Tuttavia fermare la caduta rappresenterebbe il primo risultato incoraggiante dopo anni di smarrimento. Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, osserva che

Le condizioni per un arresto della caduta delle immatricolazioni sembrano essersi create, ma non vi sono certamente ancora le condizioni per una ripresa degna di questo nome. Le previsioni che un anno fa alcuni facevano di una ripresa dell’economia già nel 2013 sono state frustrate dal risultato elettorale, che non ha consentito la formazione di un Governo in grado di adottare provvedimenti efficaci per la ripresa. Nel 2013 tuttavia, pur in un quadro ancora fortemente negativo per quanto riguarda i consumi interni, il commercio estero, l’occupazione ed altri importanti aggregati, sono maturati alcuni elementi che inducono a ritenere che l’inversione di tendenza sia vicina.

Il pericolo che non si tratti di una vera e propria "inversione di tendenza" è tuttavia riconosciuto dallo stesso Quagliano: "per una vera ripresa ci vuole altro che una piccola crescita che potrebbe avere anche il carattere di un rimbalzo più che quello di una inversione di tendenza nel percorso di declino che l’economia italiana ha imboccato e che risulta con chiarezza da fonti più che attendibili". Il punto di partenza non è certo incoraggiante, come dimostra l'elaborazione del Centro studi Promotor dei dati Eurostat, secondo cui, fatto 100 il Pil pro-capite dell'Ue, quello italiano era 119; mentre nel 2012 è 99: un calo così, in Europa, non l'ha vissuto nessuno. Ed è da lì che si riparte.

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