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Nissan punta alla sicurezza: tecnologia del 1800 contro lo smartphone

Il video mostra il funzionamento del Nissan Signal Shield. Uno scomparto apposito isola lo smartphone dai segnali 4G e Bluetooth ed elimina ogni forma di distrazione.
A cura di Pietro Ginechesi
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Nissan lancia un nuovo accessorio che risolve il problema dello smartphone in auto. L'utilizzo sconsiderato del cellulare alla guida è uno dei maggiori motivi di distrazione alla guida e spesso causa di incidente. Il brand britannico ha sviluppato un sistema innovativo che impedisce l'utilizzo dello smartphone quando si è al volante. Secondo uno studio del Royal Automobile Club britannico il numero di persone che ammette di utilizzare lo smartphone durante la guida è salito al 31% nel 2016.

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L'utilizzo dello smartphone in auto può essere molto pericoloso.

La soluzione di Nissan propone una sorta di schermatura dello smartphone, al quale viene impedita la ricezione di segnali wireless. Il sistema Nissan Signal Shield si basa su una tecnologia introdotta circa 200 anni fa. Il primo prototipo, ancora in fase di test, è uno scomparto integrato nel bracciolo anteriore della Nissan Juke. Il cassettino sfrutta il principio della gabbia di Faraday inventata dall'omonimo scienziato nel 1837. Una volta riposto il cellulare nello scompartimento, la struttura del bracciolo isola il dispositivo dai segnali 4G, oltre alla connettività Bluetooth e Wi-Fi.

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Nissan Signal Shield.

Il guidatore può decidere di non ricevere più alcuna notifica riguardante sms, chiamate o app di messaggistica istantanea semplicemente riponendo il proprio smartphone all'interno di un cassettino. Lo scomparto lascia la possibilità di collegare un cavo Aux o Usb per utilizzare al meglio il sistema di infotainment di bordo. Per ripristinare la connettività wireless basta aprire il Nissan Signal Shield ed il cellulare potrà riagganciarsi alle reti dati. L'intento del brand nipponico è rendere le auto quanto più sicure possibili e l'eliminazione delle distrazioni da smartphone possono essere anche parte di una sorta di terapia "digital detox".

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