Nube tossica, incendi e ritardi, ma la MotoGP non frena ed è in pista
Oggi i motori hanno incominciato a rombare sul tracciato di Austin, diventando finalmente protagonisti, dopo la giornata di apertura ufficiale del Red Bull Grand Prix of the Americas. Una giornata, quella di ieri, senza dubbio movimentata, prima a causa della forte pioggia e del vento che si è abbattuto sulla pista, poi per i "rumors" che parlavano di un possibile annullamento del Gran Premio a causa della nube tossica sprigionata dall'esplosione della fabbrica di fertilizzanti di West (notizia subito smentita dall'ufficio stampa del circuito). Come se non bastasse, a tutto questo si sono aggiunti i ritardi che molti piloti hanno subito a causa dei voli per Austin, tra i quali ci sono Valentino Rossi – costretto ad arrivare in auto dopo un viaggio di 300 km e a saltare la conferenza stampa – e Randy De Puniet, coinvolto con la moglie in un incidente aereo fortunatamente senza conseguenze: il piccolo aereo su cui viaggiavano per avvicinarsi ad Austin ha infatti perso un carrello lungo la pista mentre era in fase di manovra.
Notte movimentata, infine, per il paddock dopo un incendio scoppiato nel box del team Yamaha Tech3 a causa di un corto circuito ad una batteria, che ha coinvolto marginalmente i vicini di box, Yamaha Factory Racing e LCR Honda di Lucio Cecchinello. Il fuoco fortunatamente non ha fatto danni, ma il sistema antincendio ha messo fuori uso molti computer e server utilissimi per la gestione elettronica delle moto. Grande spavento e grande lavoro per sistemare e pulire tutto, ma alla fine nessun problema per la preparazione delle moto e per il via delle prime prove libere.