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Paul Ricard, il circuito dove perse la vita il pilota gentiluomo Elio De Angelis

Era il 1986 quando il pilota romano, impegnato in una sessione di test proprio sul tracciato francese, finì fuori strada con la sua Brabham: la vettura prese fuoco e, nonostante i tentativi degli altri piloti di salvarlo, l’incendio fu spento troppo tardi. Trasportato all’ospedale di Marsiglia in condizioni critiche, morì 29 ore dopo l’incidente per aver respirato i fumi roventi e tossici della sua macchina.
A cura di Matteo Vana
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Dopo 28 anni di assenza la Formula 1 torna a correre sul circuito del Paul Ricard dove nel weekend andrà in scena il GP di Francia. Una pista inedita per la maggior parte dei piloti che saranno al via, ma che fa parte della storia delle corse: tanti gli episodi che l'hanno resa famosa e tra questi, purtroppo, anche la morte di Elio De Angelis, il pilota gentiluomo che faceva sognare l'Italia dei motori.

Il pilota gentiluomo che amava suonare il piano

Nato da una famiglia romana, Elio eredita la passione per i motori dal padre, pilota e campione mondiale Off Shore. L'anno del debutto in Formula 1 è il 1979, ma è nel 1984, con Lotus, che fa vedere il meglio del proprio repertorio salendo sul podio n quattro gare e finendo la stagione al 3° posto in classifica generale, ripetendosi poi l'anno successivo dove centra anche la prima vittoria, nel Gran Premio di San Marino, e altri due podi. Il 1986, però, non è all'altezza delle aspettative; un ottavo posto e tre ritiri in fila convincono De Angelis e la Brabham a recarsi sul circuito francese di Paul Ricard per una sessione di test. Prima di scendere in pista viene montata una nuova ala posteriore, ma all'entrata delle "Esses de la Verriere", ad una velocità media di 270 km/h, è proprio l'alettone a staccarsi dalla sua Brabham facendogli perdere il controllo della vettura che sbatte violentemente contro le barriere protettive e viene catapultata in aria atterra circa duecento metri più in là, oltre le reti protettive che delimitano il tracciato, in fiamme.

L'incidente mortale al Paul Ricard

De Angelis, dopo l'impatto, ha perso conoscenza e non riesce a muoversi. Gli altri piloti sul circuito si fermano subito per prestare soccorso: Alan Jones, Prost, Laffite, e Rosberg scendono dalle loro vetture con gli estintori, ma sul luogo dell'incidente non c'è personale medico. La vettura è capovolta, Prost si getta tra le fiamme per cercare di liberare il pilota italiano, ma senza riuscirci. Il serbatoio della Brabham esplode, i piloti cercano altri estintori e quando arrivano i soccorsi l'incendio è ormai domato. La macchina viene raddrizzata, ma le condizioni di De Angelis sono disperate. I medici tentano il tutto per tutto praticando un massaggio cardiaco che rianima il pilota romano; portato all'ospedale di Marsiglia morirà 29 ore più tardi per aver respirato i fumi roventi e tossici della sua macchina. Nel terribile impatto, infatti, aveva riportato appena una frattura alla clavicola e alcune bruciature lievi alla schiena. Una morte assurda quella pilota gentiluomo che amava suonare il piano, una ferita ancora aperta per la Formula 1 che non lo ha mai dimenticato.

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