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Paura in Mercedes, dipendenti assaliti e rapinati in Brasile

Il convoglio, del quale facevano parte anche i pullman di Fia e Williams, è stato aggredito da un gruppo di malviventi che, pistole in pungo, hanno rubato parte del materiale. Duro Hamilton: “La Formula 1 e i team devono fare di più, non ci sono scuse”.
A cura di Matteo Vana
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I meccanici della Mercedes - Getty images
I meccanici della Mercedes – Getty images

Quella del Brasile è una tappa particolare non solo per quando riguarda la pista, ma soprattutto per le condizioni fuori dal tracciato: a farne le spese, stavolta, è stata la Mercedes, team campione del mondo in carica, che ha visto i suoi dipendenti derubati da un gruppo di malviventi proprio all'uscita della pista di Interlagos mentre stavano lasciando l'autodromo per dirigersi verso le proprie camere d'albergo.

Erano da poco passate le 20 locali quando il pulmino che avrebbe dovuto portare verso l'albergo i dipendenti è stato assaltato da un gruppo di banditi che, scesi all'improvviso da un autobus con le pistole in pugno, hanno accerchiato i mezzi, cercando di spaccare i vetri delle vetture e rubando parte del materiale contenuto in esso. Dello stesso convoglio facevano parte anche furgoni della Williams e della Fia che però sono riusciti a scappare quando i semafori sono diventati verdi. Un grande spavento per i membri del team di Brackley che, fortunatamente, non hanno riportato danni fisici; l'aggressione è avvenuta subito dopo l'ultimo turno di prove libere in programma sulla pista brasiliana.

Hamilton: "Non ci sono scuse, bisogna fare di più"

A rendere noto l'accaduto è stata la stessa scuderia con una nota in cui ha rassicurato anche sulle condizioni fisiche dei dipendenti rimasti coinvolti. Anche Lewis Hamilton, attraverso il proprio profilo Twitter, ha raccontato dell'episodio esprimendo la propria vicinanza alle persone coinvolte: "Sono stati sparati dei colpi e un ragazzo è stato minacciato con la pistola alla testa. Non sono cose belle da sentire. Oggi tutti loro sono in pista da professionisti, per quando scioccati. Cose del genere succedono ogni anno qui. La Formula 1 e i team devono fare di più, non ci sono scuse" sono state le sue parole. Un episodio che conferma la pericolosità della pista brasiliana, situata vicino ad alcune favelas, e che riporta alla mente quanto successo nel 2010 quando fu Jenson Button ad essere vittima di una tentata rapina mentre era a bordo di una vettura; all'epoca, però, il pilota britannico riuscì a fuggire.

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