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Pecco Bagnaia, da Marquez a Rossi: una carriera da campione

L’esplosione agonistica del 21enne chivassese, scoperto da Alzamora, il manager di Marquez, e cresciuto alla corte di Valentino. Per lui è pronta la Ducati MotoGP del team Pramac su cui debutterà nei test di Valencia.
A cura di Valeria Aiello
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Francesco Bagnaia, ‘Pecco’, soprannome che gli ha dato la sorella Carola, più grande di un anno, quando da bambina non riusciva a pronunciare il suo nome, a Sepang mette la sua firma nell’albo d’oro nel Motomondiale, conquistando di forza il titolo 2018 della Moto2. A 21 anni e 294 giorni, Bagnaia è il quarto pilota italiano più giovane a laurearsi campione della classe di mezzo dopo Marco Melandri (20 anni e 74 giorni), Valentino Rossi (20 anni e 250 giorni) e Marco Simoncelli (21 anni e 273 giorni), e il migliore azzurro della Moto2 davanti a Franco Morbidelli che, a 22 anni e 329 giorni, sempre a Sepang, lo scorso anno festeggiava il suo alloro iridato. Un titolo che per il pilota dello Sky Racing team VR46 arriva a una gara dalla fine di una stagione incredibile, costellata da otto trionfi e altri quattro podi, incluso il terzo posto di Sepang che gli ha assicurato l’aritmetica certezza del titolo Moto2.

Da Marquez a Rossi: una carriera da campione

Bagnaia arriva da Chivasso, in Piemonte, terra di campioni del cross e non di velocità come la Romagna, che dai primi passi in sella a una Minicross è passato alle Minimoto e alle MiniGP, vincendo il titolo di campione europeo del 2009, prima di emigrare in Spagna, nel campionato velocità (Cev), scelto dalla Monlau Competicion di Emilio Alzamora, il manager e scopritore di Marc Marquez, che gli ha dato la prima opportunità di confrontarsi con una realtà da professionista. Il debutto nel 2011 nell’ottavo di litro, con compagni di squadra i più esperti Alex Rins e Alex Marquez, fratello minore del cinque volte campione della MotoGP, tra i primi a Sepang complimentarsi con lui. “Se lo è meritato, ha fatto un anno perfetto. Abbiamo trascorso tanto tempo insieme quando correva con Alex nel Cev, sono contento per lui e la sua famiglia perché sono delle grandi persone”.

Bagnaia nel 2011 ai Albacete insieme ai compagni di squadra Alex Marquez e Alex Rins / Cev
Bagnaia nel 2011 ai Albacete insieme ai compagni di squadra Alex Marquez e Alex Rins / Cev

Tempo cinque round e per Bagnaia arriva la prima vittoria nel Cev 125, ad Albacete, bissata l’anno successivo in Moto3 in Catalunya, con il terzo posto finale in entrambe le stagioni che gli ha aperto le porte del mondiale. A portarlo in Moto3, la Federazione Motociclistica Italiana che, nel 2013, all’età di 16 anni, che gli affida una Honda del team Italia, dove affianca Romano Fenati, vivendo una stagione complicata (“L’anno più difficile della mia carriera”) ma servita a crescere e rafforzare il suo carattere. Nel 2014 la chiamata di Valentino Rossi che lo vuole per la sua Academy e il passaggio con Fenati tra le fila del neonato team Sky Vr46. Per Pecco, però, ancora un anno difficile, alla fine del quale lascia la squadra per approdare sulla Mahindra del team Aspar. Nel 2015 il suo primo podio in carriera, a Le Mans, e nel 2016 la sua prima memorabile vittoria, ad Assen, sempre su Mahindra, una moto meno competitiva delle rivali KTM e Honda ma che Pecco sfrutta al meglio, celebrando l’impresa tatuandosi la pista olandese sul braccio destro.

L'abbraccio di Valentino Rossi / Getty Images
L'abbraccio di Valentino Rossi / Getty Images

Nel 2017 il debutto in Moto2, tornando tra le fila dello Sky Racing team Vr46 che, in quell’anno, esordiva in classe di mezzo, e il titolo di Rookie of the year con 4 podi e il quinto posto in generale. Confermato dalla squadra, in questa stagione Bagnaia si impone fin dal Qatar, conquistando la prima vittoria in Moto2 e proponendosi da subito tra i candidati al mondiale. Il cambio di passo arriva in Austria, con quattro vittorie in sei gare (Spielberg, Misano, Buriram e Motegi) che gli hanno permesso di arrivare in Malesia con un margine di 36 punti di vantaggio sul portoghese Miguel Oliveira, l’unico a poterlo insidiare. Un margine che Pecco ha amministrato con intelligenza e freddezza mentale, facendo gara sul rivale della KTM che, non andando oltre la seconda posizione, lo ha consacrato iridato. Un’esplosione agonistica che lo proietta da protagonista in MotoGP dove, tra poche settimane, ci sarà la Ducati GP18 del team Pramac ad attenderlo, salto definitivo nel mondo dei grandi.

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