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Philippe Bianchi: “Prego sempre per Schumacher”

Il padre del compianto pilota francese ha ricordato il sette volte campione del mondo dopo le indiscrezioni degli ultimi giorni sulle sue condizioni di salute.
A cura di Vito Lamorte
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Sono passati pochi giorni dalle ultime indiscrezioni sulla salute di Michael Schumacher e sulla situazione del campione tedesco si è espresso il padre di Jules Bianchi, Philippe. A RMC il padre del compianto pilota della Marussia, parlando del sette volte campione del mondo, ha dichiarato: "Il suo dramma è simile al nostro, ma non sapendo nulla di più di quanto presente sui media preferisco non sbilanciarmi in commenti. Quello che invece posso dire è che la famiglia non deve mollare. Se Michael è ancora qui significa che sta lottando e che c’è speranza. E’ il più grande campione che la F1 abbia avuto e ricordo che mio figlio era rimasto davvero colpito dell’accaduto. Ora quindi prego e mi auguro di cuore che possa uscire da questa situazione". Sempre a RMC Philippe racconta che il figlio era rimasto molto male per l'incidente capitato a Michael sulle Alpi francesi: "Jules era stato toccato molto dall'incidente di Schumacher e oggi io prego per lui affinchè possa superare questo momento. Lui è ancora qui e c'è ancora speranza per Michael".

I piloti continuano a omaggiare sui loro caschi e sulle monoposto Jules Bianchi e questi piccoli gesti danno una  mano, seppur piccola, ad uscire dal vortice in cui la famiglia Bianchi è piombata lo scorso anno dopo l'incidente. Ad affermarlo è lo stesso Philippe: "Sì, è molto importante. Questi messaggi ci danno energia. Per Jules si tratta di un riconoscimento per quello che era. Al suo funerale i messaggi da parte della Formula 1 sono stati assolutamente straordinari e toccanti. C'era il pilota, ma c'era anche l'uomo".

Durante un'intervista alla Bbc il padre di Jules Bianchi ha annunciato un progetto in memoria del figlio che dovrebbe aiutare i piloti meno facoltosi e poter coronare il loro sogno di correre in F1: "Vorrei aiutare i giovani piloti senza troppi mezzi economici, avrei il sostegno dei piloti di Formula 1".

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