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5.000 posti di lavoro a rischio col Piano Industriale Fiat

L’amministratore delegato del Gruppo Fiat, Sergio Marchionne, presenterà il nuovo piano industriale del Lingotto il prossimo 21 aprile, ma alcune novità sono già trapelate.
A cura di Eugenio Tinto
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sergio marchionne

In casa Fiat si respira aria di novità anche se il nuovo piano industriale verrà presentato il prossimo 21 aprile dall’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne. Malgrado manchi poco meno di un mese alcune indiscrezioni su quelle che saranno le mosse che adotterà la Casa di Torino sono già uscite allo scoperto e sono state divulgate dal quotidiano nazionale, La Repubblica.

Secondo il quotidiano la Fiat dopo la presentazione del nuovo piano industriale uscirà con una linea e una faccia completamente nuove, ovviamente tutto a discapito degli operai. Vediamo come. La nuova filosofia che abbraccerà la Fiat sarà quella di ridurre gli addetti e di aumentare le produzione, quindi fabbriche più piccole con un numero considerevole di operai in meno e produzione accelerata. Dalle attuali tre linee di montaggio si passerà a una sola, con un passaggio da 5.000 operai attualmente impiegati a poco meno della metà.

Cosa accadrà nello specifica? Secondo quanto riportato da La Repubblica, che ha raccolto le voci provenienti da tutti e cinque gli stabilimenti del Lingotto, la Fiat ridurrà i suoi modelli da 12 a 8 e taglierà circa 5.000 posti di lavoro, così distribuiti: 1.500 a Termini Imerese, 2.000-2.500 a Mirafiori e 1.000 a Pomigliano d’Arco. Nello stabilimento laziale di Cassino cambieranno i modelli e la mole di operai verrà ridotta di 500 unità. Per quel che riguarda la produzione si dovrebbe passare dalle 600.000 unità prodotte all’anno a circa 900.000, questo aumento dovrebbe essere agevolato dall’arrivo della Panda nello stabilimento napoletano di Pomigliano.

Per quel che riguarda la produzione riservata agli USA, il quotidiano parla di sette modelli prodotti con i marchi Fiat, Alfa Romeo e Lancia per un totale di 350.000 unità prodotte all’anno. Il nuovo piano industriale 2010-2014, inoltre, conferma la chiusura definitiva del sito palermitano di Termini Imerese.

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