Piano industriale Fiat: per la Uil è importante osservare gli investimenti
La Uil, pochi giorni fa, si era staccata dal coro di protesta contro l’amministratore delegato della Fiat e contro lo stesso Gruppo di Torino, esprimendo solidarietà e invitando tutti ad attendere gli esiti previsti per il prossimo 21 aprile. Ma il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, intervenendo alla trasmissione di Maurizio Belpietro, La Telefonata, ha chiarito la sua posizione e quel del sindacato che rappresenta circa quel che potrebbe essere il piano industriale Fiat che il Lingotto presenterà ad aprile.
Angeletti parte subito all’attacco: “Il fatto che Sergio Marchionne smentisca che ci sono cinquemila esuberi non è una buona notizia. Le intenzioni della Fiat si potranno misurare solo osservando quanti investimenti farà negli stabilimenti italiani. Da questo si vedrà se vuole continuare ad essere una delle più importanti aziende italiane”. Riguardo al piano industriale, invece, il sindacalista menziona quello presentato dalla Fiat l’anno scorso: “sono state indicate delle linee generali lo scorso anno, ma poi bisogna passare ai fatti. Che sono la cosa più importante”.
A quanti ritengono che la Uil in questo periodo sia a favore delle probabili scelte del Gruppo Fiat, Angeletti fa subito chiarezza: “in Italia ci sono molti cittadini ai quali la Fiat non e' simpatica. Però c'e' anche una categoria di cittadini, che non sono persone comuni, ma che hanno invece ruoli di responsabilità, che dicono che la Fiat non vende abbastanza macchine, mette la gente in cassa integrazione, non fa investimenti, non aumenta la produzione in Italia, ma che nello stesso tempo non compra auto Fiat. A me questo sembra bizzarro. Io ovviamente auspico che la Fiat aumenti la produzione in Italia, ma questo sarà possibile solo se riesce a vendere anche le auto. Se non le vende, sarà difficile produrle”.
Il leader della Uil ritiene che uno dei maggiori problemi che affligge la nostra Penisola risiede nella mancanza di concorrenza di cui gode la Fiat: “Se avessimo almeno una, due altre grandi case automobilistiche in Italia staremmo molto meglio, sia in termini di occupazione e sia di gradimento. Non è semplice, ma è possibile. L'Italia è un grande mercato. Noi compriamo più di due milioni di auto ogni anno e ne produciamo 700mila. Siamo l'unico Paese in queste condizioni”.