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Piano industriale Fiat: secco no dai sindacati

I sindacati sono seriemente preoccupati se andasse in porto quanto trapelato ieri sul piano industriale del Gruppo Fiat 2010-2014.
A cura di Eugenio Tinto
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Sergio Marchionne dopo aver appreso quanto si diceva sul probabile piano industriale che la Fiat presenterà il prossimo 21 aprile, ha scelto dapprima la strada del silenzio ma dopo essersi reso conto che era il caso di fare un po’ di chiarezza ha espresso la sua opinione diffusa attraverso un comunicato stampa: “è un piano che non conosco, stiamo ancora lavorando. Quelle dei giornali sono speculazioni, qualsiasi cosa dicessi sarebbe incompleta. Lasciateci finire, è un lavoraccio. Siamo una grande azienda e, meno male, abbiamo attività in tutte le parti del mondo. Cercare di picchiare la Fiat in questo momento è la cosa più sproporzionata che si sia visto, è quasi vergognoso. Ci hanno accusato di tantissime cose, la realtà è che non abbiamo licenziato nessuno, abbiamo cercato di mantenere l'equilibrio sociale negli scorsi 24 mesi. Vi ricordate com'era la Fiat nel 2004? Non vogliamo ricevere medaglie, ma picchiare l'unica realtà industriale che sta funzionando, che sta gestendo questo momento complesso è ingiusto”.

Tutte le voci sindacali hanno espresso la propria posizione manifestando molto timore per quelle che al momento sono soltanto voci ma che potrebbero diventare presto realtà. Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil: “I nostri timori, da un piano come questo, escono confermati. Il quadro che può emergere è quello di un'azienda che riduce occupazione in Italia, che porta fuori dal paese anche una parte della produzione dei motori e che fa fare le cose più innovative negli Stati Uniti d'America e riduce in sostanza la sua presenza in Italia”.

Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom Cgil, conviene riunire le parti sotto il controllo del Governo: “Queste indiscrezioni sul piano Fiat sono preoccupanti e inaccettabili. Si evidenzia anche in questo modo il fatto che il governo deve riconvocare le parti perché si apra un vero negoziato sul piano industriale della Fiat che non può essere semplicemente annunciato il 21 aprile e comunicato ai sindacati saltando qualsiasi trattativa”.

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