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Pirro: “Dopo la penalità a Vettel in Canada ho subito minacce, ma non potevamo assolverlo”

Il commissario italiano torna sulla sanzione inflitta al tedesco della Ferrari: “La penalità non era altro che un modo per restituire quella posizione che Hamilton, senza il muretto, avrebbe guadagnato in pochi metri. Purtroppo cercando in tutti non c’è stato un appiglio per assolvere Vettel e la sua manovra” ha dichiarato.
A cura di Matteo Vana
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La bandiera a scacchi sventolata nel GP del Canada non ha messo fine alla gara, ma anzi ha sollevato un polverone che non sembra avere intenzione di posarsi: la penalità di 5 secondi inflitta dai commissari a Sebastian Vettel, colpevole di aver chiuso la traiettoria a Lewis Hamilton dopo un'uscita sull'erba, ha scatenato polemiche a non finire tanto che la Ferrari, dopo aver lasciato scadere il termine per il ricorso, ha deciso di ricorrere al diritto di revisione per ribaltare il risultato.

Emanuele Pirro -LaPresse
Emanuele Pirro -LaPresse

Il punto di vista di Pirro sull'episodio Vettel-Hamilton

Una decisione, quella degli uomini del Cavallino, che punta a dimostrare non solo come il tedesco non abbia nessuna colpa, ma che anzi avrebbe anche perso terreno nel tentativo di evitare il contatto con il suo rivale. Una tesi che era stata respinta dai commissari di gara, finiti nell'occhio del ciclone per una decisione quantomai complicata e controversa: tra di loro c'era anche l‘italiano Emanuele Pirro che è tornato a commentare l'episodio:

Tutti e quattro la pensavamo allo stesso modo. Prima di prendere la decisione si è spaccato il capello in quattro. Abbiamo analizzato quanto Hamilton abbia dovuto frenare per evitare Vettel, poi quanto era in controllo Vettel della sua macchina grazie a tutte le immagini e alla telemetria a cui noi possiamo accedere. La penalità alla fine non era altro che un modo per restituire quella posizione che Hamilton, senza il muretto, avrebbe guadagnato in pochi metri – ha ammesso Pirro ai microfoni di Radio Rai-. Purtroppo cercando in tutti non c’è stato un appiglio per assolvere Vettel e la sua manovra. In passato tante volte con certe azioni i piloti potevano far male a se stessi o agli altri, adesso le cose sono cambiate.

Le minacce subite dall'italiano

Non cambia idea, dunque, Emanuele Pirro sulla penalità inflitta al tedesco della Ferrari: "C’è un’intervista di Vettel l’anno scorso a Suzuka – quando Verstappen ha tagliato la chicane allo stesso modo e ha spinto fuori pista Raikkonen, che l’avrebbe superato, rimediando la penalità di 5 secondi – nella quale il tedesco disse: ‘E’ giustissimo, perché se uno è costretto ad alzare il piede perché viene spinto fuori pista deve essere penalizzato" ha ricordato l'italiano. Una vicenda, quella legata alla decisione di penalizzare Vettel che sta costando molto a Pirro, come confessato dall'ex pilota romano: "Ho subito una gogna mediatica bruttissima, non la auguro al mio peggior nemico, con minacce personali e sono dovuto andare a fare delle denunce alla Polizia. Una cosa scandalosa, che esula dallo sport, di cui vergognarsi. Certe aggressioni denotano rancore e poca educazione. Da domenica scorsa la mia vita è cambiata e non so se tornerà più allo stesso modo perché cerco di fare questo mestiere – che mestiere non è perché non è pagato – nella maniera più corretta possibile, ma quando si parla di Ferrari e Valentino Rossi nel nostro Paese, il tifo calcistico che acceca le persone è presente anche nel nostro sport" ha concluso.

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