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Polita: “Ciao, Andrea. Piango per te. Noi piloti non siamo burattini”

Commozione su Facebook: rabbia e dolore nel messaggio di Alessia; Guido Meda, telecronista Mediaset, s’interroga su sicurezza e annuncio tardivo della tragedia.
A cura di Redazione Motori
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il messaggio di andrea antonelli ad alessia polita

Per Alessia Polita la morte di Andrea Antonelli è stato come azionare il rewind dei ricordi. La sequenza videoclip l'ha riportata nel passato, a quel grave incidente sul circuito di Misano Adriatico quando, durante le prove ufficiali del Campionato Italiano Velocità, ha rischiato la vita nella Stock 600. Se l'è cavata, ma è rimasta paralizzata. "Ciao Andrea, vorrei poterti scrivere lo stesso cartello…". Comincia così il messaggio, a corredo di una foto del 25enne perugino morto in Russia che, prima di una gara, mostrò una scritta d'incoraggiamento per la ‘collega' immobilizzata in un letto d'ospedale. "Sto piangendo disperatamente pensando al mio amico Andrea che se ne è andato – ha scritto sulla pagina Facebook -, ma soprattutto alla sua famiglia, ‘zingari' del Paddock come tanti di noi! Vorrei solo aggiungere che non siamo dei burattini e che dovrebbe arrivare l'ora che a comandare siano anche i piloti e non solo chi fa del Business sulla nostra pelle".

Polemiche roventi. Ad alimentarle è anche Guido Meda, storico telecronista di Mediaset. Con la sua voce ci ha abituati all'enfasi per le vittorie di Valentino Rossi in MotoGp, adesso il suo urlo è di rabbia. Anche lui sceglie il proprio profilo Facebook per esternare il disappunto per la vicenda. "Perché tardare di ore la comunicazione ufficiale del decesso del povero Andrea Antonelli? Perché? Perché la comunicazione ufficiale del decesso è delle 14.43! Le 16.43 in Russia! Che a voler fare le cose bene bene bene la notizia non andava data, da nessuno, nemmeno un minuto prima. Che è comunque tardissimo rispetto al reale momento della scomparsa di Andrea. Sembro freddo? Bè, non lo sono. Sto sottolineando una falla nella comunicazione istituzionale che in questo caso è stata o gravemente intempestiva oppure ha consentito delle fughe di notizie intollerabili. Oppure entrambe le cose insieme. E' l'apparato a cui i piloti si affidano, che di falle ne ha anche anche altre. Perché Melandri ripete ossessivamente insieme ad altri piloti che sulla sicurezza nessuno li ascolta? Perché? E perché non si uniscono in una safety commission in cui gridare, se il caso, le loro ragioni? Perché non vengono ascoltati? Perché si deve arrivare a parlare di queste cose quando un caro ragazzo oramai è scomparso? E' vero che l'asfalto di Russia non è affatto drenante perché d'inverno ghiacciando si spaccherebbe? E allora perché si corre in Russia? Oppure perché non si stabilisce che in Russia si corre solo se c'è asciutto? E' un bel gioco, ma è troppo pericoloso per trascurare i particolari. Una carezza ad Andrea e alla sua famiglia. L'unica cosa tenera che oggi mi sento di fare".

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