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Prezzi carburante, petrolio ai minimi ma la benzina costa il 30% in più del 2008

A pesare sul prezzo del servito in particolare Iva e accise ma anche il prezzo industriale che rispetto a sette anni fa è aumentato del 26,4%. Rispetto alla media europea, in Italia la componente fiscale pesa il 14,2% in più.
A cura di v.a.
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Natale col botto per gli automobilisti italiani: rispetto a sette anni fa, fare il pieno di benzina costa in media il 30% sebbene il prezzo del barile di petrolio sia più basso di quello registrato nel 2008 (41 dollari al barile). “Se, infatti, sette anni fa un litro di benzina costava mediamente 1,115 euro al litro, in questi giorni il prezzo alla pompa tocca 1,451 euro al litro (+ 0,337 euro)” rileva la Cgia di Mestre che sottolinea come a incidere sul prezzo della verde sia soprattutto la componente fiscale, cresciuta del 32% rispetto al 2008.

Ancora una volta a spingere all’insù il prezzo del carburante è stata, in particolar modo, la componente fiscale – ha commentato coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – Se verso la fine del 2008 il peso dell’Iva e delle accise su un litro di benzina sfiorava i 75 centesimi, attualmente è pari a 0,99 euro al litro. In termini percentuali l’aumento della tassazione è stato del 32 per cento”.

Rispetto al 2008, ad aumentare non state solo l'Iva, passata dal 20 al 22%, e le accise ma ance il prezzo industriale del carburante, che rispetto a 0,365 euro per litro di benzina del 2008, è salito 0,461 euro per litro, segnando un aumento del 26,4%. Tuttavia, “su un litro di benzina acquistato in Italia, il prezzo industriale è solo il 3% in più rispetto alla media degli altri Paesi dell’area Euro, mentre Iva ed accise costano l’Iva e le accise, costano 0,99 euro al litro, il 14,2% in più rispetto alla media europea”. Un confronto, quello con gli altri Paesi europei, che inesorabilmente conferma come sul prezzo del carburanti in Italia si paghino troppe tasse.

Tra i paesi che utilizzano la moneta unica solo i Paesi Bassi, con il 70,3 per cento, hanno un’incidenza percentuale della tassazione sul prezzo alla pompa superiore alla nostra che ha raggiunto il 68,2 per cento – precisa Zabeo – Rispetto ai paesi che confinano con noi, invece, in Italia paghiamo la benzina il 14,4 per cento più dei francesi, il 18,9 per cento più degli sloveni e addirittura il 30,7 per cento più degli austriaci”.

Infine, la Cgia chiede al Governo di intervenire per “eliminare tutta una serie di balzelli che gravano sul costo del carburante che non hanno più ragione di esistere”.

Un taglio della componente fiscale che oltre agli automobilisti, avvantaggerebbe anche i piccoli trasportatori, gli autonoleggiatori, i taxisti, i padroncini e gli agenti di commercio che per l’esercizio della propria attività il carburante costituisce una delle principali voci di costo – ha segnalato il segretario della CGIA Renato Mason.

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