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Problemi con gli airbag, Toyota costretta a richiamare oltre 1 milione di auto

Il colosso giapponese ha richiamato i veicoli a causa degli airbag Takata che, in caso di collisione e successiva apertura, potrebbero rilasciare schegge di metallo; un problema che ha già causato 20 morti in tutto il mondo.
A cura di Matteo Vana
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Sembra non aver fine lo scandalo che coinvolge il gruppo Takata, uno dei più grandi produttori di componenti per auto del mondo: stavolta è stata Toyota a dover richiamare d'urgenza 1,1 milione di vetture a causa di un malfunzionamento degli airbag installati sui veicoli del colosso nipponico. Il rischio che corrono i clienti, in caso di collisione e successiva apertura, è che gli airbag potrebbero rilasciare schegge di metallo, un problema che nel mondo ha già causato più di 20 vittime.

Più di un milione di veicoli interessati

Una misura, quella alla quale è stata costretta Toyota che riguarda auto in tutto il mondo: solo in Giappone i veicoli coinvolti sono circa 250mila mentre in Europa sarebbero circa 210mila le auto che dovranno rientrare in officina per risolvere il guaio. I modelli interessati alla misura sono Alphard, Vellfire, Corolla Rumion e Noah o Voxy tutti fabbricati tra il gennaio 2010 e il dicembre 2012; una misura necessaria, quella presa dal costruttore, per salvaguardare l'incolumità degli automobilisti. Un problema, quello legato agli airbag, che non presenta solo la possibilità che essi, nell'aprirsi, rilascino schegge di metallo: nello scorso gennaio, infatti, l'azienda giapponese era stata costretta a far tornare in officina oltre 700mila vettura a causa di una muffa che avrebbe impedito il corretto gonfiaggio in caso di incidente.

Il richiamo di oltre 1 milione di veicoli rappresenta l'ennesimo capitolo di una storia infinita: complessivamente gli airbag difettosi hanno costretto i costruttori a richiamare circa 125 milioni di veicoli in tutto il mondo. A giugno l'azienda Takata ha presentato istanza di protezione dalla bancarotta in Giappone e negli Stati Uniti. L'azienda ha accumulato debiti circa 8 miliardi di euro, inclusi i costi sostenuti dai produttori di auto per gli airbag difettosi. Dichiaratasi colpevole, è stata condannata a pagare una sanzione di 1 miliardo di dollari che comprende un fondo di compensazione per le case automobilistiche e un risarcimento per vittime degli airbag difettosi.

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