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Pubblicità auto illegali: dati dei consumi e di emissioni di CO2 illeggibili, continua la battaglia di Terra!

Anche quest’anno si è redatto il rapporto “Venditori di Fumo”. Pubblicità ingannevoli, dati di un certo rilievo, di una certa importanza scritti con caratteri illeggibili: ecco cosa contra protesta l’associazione Terra!
A cura di Eugenio Tinto
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La campagna per l’efficienza energetica delle automobili spinge da un po’ di tempo l’associazione Terra! a redigere un rapporto chiamato “Venditori di Fumo” nel quale è descritto come le pubblicità di molte, moltissime case automobilistiche siano illegali. Ma facciamo un po’ di chiarezza sul termine “illegale”. Affinché una pubblicità non possa essere ritenuta illegale, secondo quanto sottolinea il D. P. R. n. 84/2003, le informazioni “devono essere di facile lettura e con la stessa evidenza rispetto alle informazioni principali fornite nel materiale promozionale e devono essere facilmente comprensibili anche ad una lettura superficiale”.

Secondo l’associazione Terra!, invece, “A distanza di quasi un anno dalla prima indagine poco o nulla è cambiato: le pubblicità delle auto, salvo qualche eccezione e miglioramento sulla carta stampata, risultano illegali. Come evidenziato nel primo rapporto, il 91% delle pubblicità risultava essere illegale. Dopo 11 mesi dalle prime rilevazioni la situazione resta pressoché invariata: quasi l'87% delle pubblicità è illegale o perché non riporta alcuna informazione sui consumi di carburante e sulle emissioni di CO2, o perché questi vengono riportati in caratteri di piccole dimensioni, poco leggibili e rilevanti rispetto al messaggio principale, e quindi inutili ai fini di una scelta consapevole da parte del consumatore”.

Come sempre è il povero cittadino a pagarne sempre le conseguenze, questa volta dovute a una scarsissima informazione: “Dai dati emersi da questa seconda indagine, risulta evidente come, dopo ormai 7 anni dall'entrata in vigore della legge, tutte le parti coinvolte non siano ancora riuscite ad adempiere al dovere di soddisfare il diritto del cittadino a sapere quanta CO2 emetterà l'auto che vuole comprare”.

Eugenio Tinto

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