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Quando il pedone se la prende con le auto in sosta: i bersagli preferiti dei vandali

Secondo un’inchiesta di Direct Line, il 14% degli italiani è stato attore almeno una volta di un atto vandalico contro un’auto. I bersagli preferiti sono specchietti, carrozzeria, antenne e gomme.
A cura di Danilo Massa
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vandalismo auto

Camminiamo per strada, magari con un peso sulla schiena, un po' trafelati, forse portando con noi il carrozzino con il nostro pargoletto, scendiamo dal marciapiede a causa di un'auto parcheggiatavi sopra e proseguiamo indispettiti. Dopo qualche metro la prepotenza di un altro automobilista ci ostruisce il passaggio, quindi: dobbiamo trovare uno spazio tra le auto parcheggiate sufficientemente ampio da far passare il carrozzino, scendiamo dal marciapiede, attenuiamo la caduta, facciamo attenzione allo scorrere delle altre macchine, passiamo, troviamo un altro spazio tra le auto, ci prepariamo al gradino e, guardando l'auto che ci ha costretto all'epico sforzo, inevitabilmente pensiamo: "Un ricordo, a questo, glielo lascio". E' probabile che ognuno di noi abbia espresso questo pensiero, ma solo una parte l'ha tradotto in azione.

Il 14% degli italiani si è reso protagonista di un'azione simile che, penalmente, viene definita "vandalica". Secondo un'inchiesta di Direct Line tale è la porzione di connazionali che direzionano la propria rabbia o frustrazione contro le auto. Le cause che spingono ad atti di violenza contro le vetture sono dei più disparati, ma nel 64% dei casi si conosce la vittima. I moventi possono essere gelosia – il 7% dei "vandali" se la prende con l'auto dell'ex partner – o rappresaglie contro il proprio capoufficio, professore, collega o altro. Si tratta di ritorsioni comode per chi le compie: si mantiene l'anonimato e si crea un danno economico talvolta anche importante. Sempre secondo Direct Line la rabbia viene espressa contro la carrozzeria (la rigatura delle fiancate è "scelta" dal 2% dei vandali), gli specchietti (3%), i tergicristalli (2%) o i pneumatici (1%). In Italia lo stress da maleducazione può raggiungere livelli esasperanti, ma la media nazionale – che abbiamo detto essere del 14% –  non differisce molto da quella di altri paesi come il Regno Unito. Qui la media è del 9%.

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