Raikkonen: “L’anno scorso fu tremendo, ma quello di Austin è un gran circuito”
La Formula 1 torna a far tappa negli Stati Uniti: a 4 gare dalla conclusione i verdetti stanno per essere scritti. La Ferrari arriva sulla pista di Austin con la voglia di confermare, strategia a parte, quanto fatto vedere a Suzuka, dove ha dimostrato di potersela giocare alla pari con la Red Bull; l'obiettivo della Rossa è conquistare il secondo posto nel mondiale costruttori che, oltre al prestigio, può valere tra i 10 e i 15 milioni di euro in più a fine stagione.
Cambi di pendenza e una curva cieca
Un tracciato impegnativo, con 20 curve, alcune delle quali ricordano tratti celebri di altre piste del mondiale, cui si aggiunge la spettacolare salita che porta ad una prima curva cieca. Sarà proprio la partenza, costata cara nelle ultime uscite alla Ferrari, uno dei momenti decisivi del Gp degli Stati Uniti con le vetture dalla parte sporca del tracciato che faticheranno a trovare l'aderenza giusta.
E’ un gran circuito, con un bel disegno e continui cambi di pendenza – ha raccontato Kimi Raikkonen nell'intervista al sito ufficiale della Ferrari -. Il fatto di non essere tutto livellato lo rende molto interessante. Senza dubbio si può sorpassare durante la gara, ma il tratto in salita è molto breve. La pendenza aiuta a rallentare la vettura in frenata, ma la curva non è delle più semplici. In ogni caso è un circuito in cui la gara può essere emozionante.
Dimenticare l'anno scorso
Una gara dura per la scuderia di Maranello, chiamata a rimontare 50 punti in appena 4 Gran Premi. L'anno scorso non fu un weekend da ricordare per Raikkonen, costretto al ritiro per un problema ai freni. Stavolta, però, il finlandese, rinato rispetto alla passata stagione, vuole portare a casa un risultato di prestigio.
L’anno scorso il tempo fu tremendo per quasi tutto il fine settimana. Non è stato bello per nessuno, inclusi piloti e spettatori – ha concluso -, ma fa parte del gioco. Anche la città è molto bella ed è davvero un bel posto per un Gran Premio, con tutta la gente che c’è.