Rc Auto, nel 2019 saranno 1,2 milioni gli italiani che pagheranno di più
Il 2019 è appena iniziato, ma per alcuni automobilisti è già in arrivo una brutta notizia: quasi 1,2 milioni di italiani, infatti, avendo denunciato alle assicurazioni un sinistro con colpa avvenuto nel 2018, vedranno aumentare la propria classe di merito e, insieme ad essa, il costo della propria Rc Auto.
Sono 1,2 milioni gli italiani che vedranno aumentare l'RC Auto
Il primo dato che emerge è quello legato al sesso: a pagare di più a causa di un incidente con colpa, infatti, saranno soprattutto le donne con il 4,33% che ha denunciato un sinistro contro il 3,55% degli uomini. Se l'età media degli automobilisti che vedranno peggiorare la propria classe di merito è pari a 46 anni, è interessante notare come i giovani neopatentati abbiano denunciato, in percentuale, meno incidenti con colpa rispetto alla media nazionale; solo il 2,03% degli automobilisti con età compresa tra i 18 e i 20 anni peggiorerà la propria classe di merito. Una brutta notizia, quella legata agli aumenti che, però, stando all'analisi fatta da Facile.it, fa emergere come il dato è in diminuzione di quasi il 10% rispetto all'anno precedente. Nonostante un rialzo a dicembre 2018, quando il premio medio è nuovamente aumentato toccando i 580,67 euro – valore superiore del 3,16% rispetto allo stesso mese del 2017 – sono circa 11 milioni gli italiani che sono riusciti a risparmiare qualcosa sull'assicurazione nel 2018, una costante che secondo gli esperti proseguirà anche nell'anno appena iniziato.
La Liguria è la regione con più sinistri denunciati
Diversi anche i dati se si prendono in considerazione le varie regioni italiane. La regione che ha registrato la percentuale più alta di automobilisti che hanno denunciato all'assicurazione un sinistro con colpa che farà scattare l'aumento delle tariffe Rc Auto è la Liguria con il 5,09%, seguita dal Lazio – dove il 4,95% degli automobilisti vedrà un aumento delle tariffe assicurative – e le Marche con il 4,87%. Rispetto allo scorso anno, tutte le regioni hanno registrato valori in calo, ad eccezione della Valle d'Aosta dove la percentuale è passata dal 2,70% al 3,23% con le aree del Paese in grado di abbassare maggiormente le percentuali sono l'Umbria (passata dal 6,22% al 4,53%), la Basilicata (da 2,76% a 1,53%) e il Friuli-Venezia Giulia (da 4,39% a 3,32%).