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Rc auto, tariffe record in Italia. Ivass: “Si risparmia cambiando compagnia”

Chi ha cambiato compagnia ha spuntato “una riduzione del premio in media del 22%”. Calano i premi assicurativi che però restano i più alti nel confronto internazionale. Il rapporto tra sinistri e veicoli in circolazione scende, fatti progressi anche sul campo della concorrenza.
A cura di Valeria Aiello
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In Italia ci sono stati "progressi considerevoli" sul fronte dell'Rc Auto, ma “da molti anni è il Paese dalle tariffe più alte nel confronto internazionale” soprattutto a causa “dell'enorme presenza di frodi”. Così Salvatore Rossi, presidente dell'Ivass, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni. secondo cui "poco mancherebbe ad una vera e propria svolta”. Per le assicurazioni italiane in generale “la crisi del biennio 2011-2012 è superata”.

Rc auto, si risparmia cambiando compagnia. Secondo Rossi, il caso dell’Italia e dei premi assicurativi più alti al mondo si avvia verso una soluzione. Nella relazione annuale dell’Autorità che vigila sulle assicurazioni, si evince che “poco mancherebbe a una vera e propria svolta”. I prezzi effettivi misurati mostrano un calo medio di quasi l’8% e sono frutto dei “progressi fatti anche sul terreno della concorrenza” e dell’offerta diversificata. “Un assicurato su sei ha cambiato compagnia lo scorso anno” rileva l’Autorità. Chi ha cambiato compagnia ha spuntato “una riduzione del premio in media del 22% contro un 5% di riduzione per chi è rimasto fedele alla sua compagnia” Il motivo del calo delle tariffe legato alla diminuzione dei sinistri e del costo dei risarcimenti. “Il rapporto fra sinistri e veicoli circolanti è sceso ancora, al 6%, anche per effetto del protrarsi della recessione; era al 7,4% nel 2011. Il costo medio dei risarcimenti nel 2014 è diminuito dell'1,5%”. Notevole anche il ridimensionamento delle microlesioni: -17% rispetto allo scorso anno, un terzo in meno rispetto al 2011.

Crisi finita, si riparte. La crisi del bienno 2010-12 è “definitivamente superata” osserva Rossi: “Nei tre anni successivi sono tornati i profitti, dell'ordine dei 5-6 miliardi l'anno. Contribuiscono al buon risultato tutti i rami di attività con un Roe complessivo salito al 9,3% rispetto all’8,2% del 2013, e che si riallinea così alla media europea. Fameglio della media Ue la raccolta premi, stimata in quasi 150 miliardi di euro (+20%) nel 2014 fino “a sfiorare il 9% del Pil” ma l’aumento però è stato tutto nel comparto vita.

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