Risorge il mito anni ’90, la Lancia Delta Integrale diventa Futurista
Un'operazione nostalgia capace di far sognare gli automobilisti di mezzo mondo: alla storia della Lancia Delta Integrale, capace di dominare la scena dei rally a cavallo tra gli anni '80 e '90, si aggiunge ora un nuovo capitolo. A realizzare la vettura, che sarà prodotta in soli 20 esemplari al prezzo di 300mila euro l'uno, è stata la Automobili Amos, guidata da Eugenio Amos, che ha fatto rivivere uno dei miti dell'automobilismo.
Dal passato al futuro
Presentata in occasione del Grand Basel, l'auto, che aggiunge il nome Futurista e si inserisce nel filone delle "restomod", vetture d'epoca modernizzate in quasi tutte le loro componenti per farle restare al passo con i tempi, promette scintille come confermato anche dai numeri: restaurata da cima a fondo, è capace di erogare 330 Cv – 130 in più dell'originale – grazie a un impianto di scarico sportivo e pesa 1250 kg. Esteriormente simile alle vettura storica, sono i dettagli a fare la differenza come gli ammortizzatori a controllo elettronico, i fari circolari a LED, la centralina motore specifica derivata dal mondo delle competizioni e abbinata a un kit di potenziamento realizzato dalla Autotecnica oltre all‘abolizione delle porte posteriori che la rendono una tre porte irrigidendo la scocca e migliorando così il comportamento su strada.
Anche gli interni sono stati ricostruiti con la plancia che ricorda quella originale, ma arricchita con tasti e indicatori specifici – come quello per gli abbaglianti contrassegnato dalla scritta "Levati", un avvertimento per chi cercherà di tenersi dietro l'auto -, inserti in fibra di carbonio per il cruscotto, pedaliera in allumio e sedili Recaro con schiume personalizzate rivestiti, come quasi tutto l'abitacolo, d'Alcantara. La Lancia Delta Integrale Futurista si presenta come molto più di una semplice rievocazione storica, una supercar in grado di far tornare i pochi fortunati indietro nel tempo apprezzando la modernità: questo è l'obiettivo della Automobili Amos, ma solo il tempo – e l'apprezzamento dei numerosi appassionati – dirà se la missione potrà considerarsi compiuta.
