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Rossi 2017: dal sogno ‘decimo’ all’incidente, dal ‘prodigio’ di Assen al flop di Motegi

Il meglio e il peggio della stagione di MotoGP di Valentino Rossi. Dalle gare più belle a quelle da dimenticare, passando per la frattura di tibia e perone che ne ha compromesso la seconda parte di stagione nonostante un recupero incredibile con tanto di corsa da incorniciare ad Aragon.
A cura di Michele Mazzeo
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Con il diciottesimo appuntamento in quel di Valencia si è chiuso il Motomondiale 2017. Anche l'ultimo titolo iridato, il più importante, quello della classe regina, è stato assegnato: Marc Marquez ha conquistato il suo sesto titolo in carriera, il quarto in MotoGP. Con la gara valenciana (terminata al 5° posto senza essere mai tra i grandi protagonisti di giornata) si è chiusa quindi anche la 22esima stagione di Valentino Rossi nel Motomondiale, la 18esima nella classe regina, la 16esima da quando la 500cc ha lasciato spazio alla MotoGP.

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Per il nove volte campione del mondo una stagione con molti alti e bassi dovuti sia all’infortunio che, nonostante il recupero lampo, ne ha inevitabilmente condizionato il rendimento nella seconda parte di stagione, e sia ad una Yamaha M1 incostante che non gli permetteva di essere competitivo su alcuni tracciati (soprattutto quelli dove gli pneumatici avevano poco grip). Andiamo quindi ad analizzare nel dettaglio l'intera annata del trentottenne di Tavullia puntando la nostra lente d’ingrandimento su quelle gare e quegli episodi da ricordare del suo 2017 e quelli che invece è meglio far finire nel dimenticatoio.

Il miglior Valentino del 2017

Assen: il Dottore sale in cattedra

Assen com’è noto è “l’Università delle moto” e quindi non poteva esserci posto migliore per uno che delle moto è il Dottore per mettere su la più bella gara della stagione. In Olanda arriva la prima (e unica) vittoria dell’anno per Valentino Rossi in una gara ricca di emozioni. Il marchigiano va a prendersi la testa della gara con due staccate delle sue, resistendo all’attacco folle di Johann Zarco, per poi andarsene in fuga, ma poi arriva la pioggia che rimescola tutto o quasi. Infatti, nonostante uno stratosferico Danilo Petrucci, neanche il tracciato bagnato è riuscito a frenare la voglia di vincere del fenomeno di Tavullia che risponde così alle critiche dei detrattori e a chi diceva che il “vecchio telaio” della sua M1 era soltanto una scusa.

Il ‘miracolo’ di Aragon

Sicuramente tra le gare del Dottore da ricordare di questa stagione un posto speciale lo merita quella di Aragon, non tanto per il risultato finale ma per quando e come è stata affrontata dal 38enne di Tavullia. Qui si parla di un uomo che ha reso possibile l’impossibile, che ha riscritto per l’ennesima volta la storia. Si parla di un’impresa epica. A 24 giorni dalla frattura di tibia e perone e dalla immediata operazione, già quanto fatto al sabato con quel terzo posto in prova aveva del “miracoloso”, ma in gara è riuscito addirittura a migliorarsi. Girare per 23 giri con una gamba malconcia non è proprio cosa semplice, figurarsi essere tra i grandi protagonisti della gara, andando addirittura ad insidiare la prima posizione di Jorge Lorenzo. Il 5° posto finale, davanti ad Andrea Dovizioso, è qualcosa che va oltre l’umana comprensione.  Si tratta dell’ennesimo prodigio del fenomeno di Tavullia. Ah, quasi dimenticavo: tutto ciò lo ha fatto a 38 anni suonati.

Termas de Rio Hondo: una rimonta da applausi

Dopo il buon terzo posto nella gara d’esordio in Qatar, la prima vera “grande corsa” del Dottore versione 2017 arriva a Termas de Rio Hondo, in Argentina, dove si corre la seconda prova stagionale. Qui il marchigiano onora con un secondo posto la pietra miliare dei 350 Gp in carriera. E lo fa con una prestazione super: scattato dalla settima casella dello schieramento di partenza, il pesarese recupera posizioni su posizioni nelle prime fasi fino a portarsi in zona podio alle spalle del britannico Cal Crutclhlow, archiviato poi a sette giri dal termine. Per lui è il podio numero 223 e una grande prestazione che in quel momento lo proietta a lottare con i “ragazzini” Marquez e Vinales per il titolo iridato.

Il peggior Valentino del 2017

Jerez: il brusco ritorno in Europa

Dopo un buon inizio di stagione il Dottore alla prima gara dell’anno nel Vecchio Continente va in grande difficoltà come tutta la sua scuderia. Tornate in Europa le Yamaha ufficiali, che nelle prime tre prove dell’anno sembravano essere le più competitive, deludono. Sul circuito di Jerez brutta gara sia per Valentino Rossi che per il suo compagno di team Maverick Vinales. Entrambi infatti sono andati in difficoltà sin da subito, pagando poi anche l’eccessiva usura delle gomme nella seconda parte di gara. Il catalano finisce sesto ed il Dottore addirittura decimo lontanissimo dai primi e dietro anche a Petrucci, Folgar e Aleix Espargarò.

Montmelò: Catalogna da dimenticare

Una Spagna indigesta per Valentino Rossi e la Yamaha in questa stagione. Infatti, per trovare un’altra gara da dimenticare bisogna rimanere sempre nella penisola iberica ma spostarsi in Catalogna. Al Montmelò infatti è andata in scena una spedizione catalana da dimenticare sia per Maverick Vinales che per il pesarese. Se è vero che quello catalano è un tracciato non proprio idoneo per le moto della casa di Iwata a causa del poco grip della pista del Montmelò, è anche vero che i due alfieri della Yamaha ufficiale hanno davvero faticato con un Valentino che non riesce ad andare oltre l’ottava posizione finale finendo alle spalle di entrambe le Yamaha clienti del team Tech3 di Johann Zarco e Jonas Folger.

Motegi: comincia male, finisce peggio

Alla vigilia del GP del Giappone Valentino si augurava la pioggia e pioggia è stata. Ma, nonostante ciò, dopo il “miracolo” di Aragon il Dottore, nettamente in forma migliore rispetto al GP spagnolo di tre settimane prima, non riesce mai ad essere protagonista in quel di Motegi. Partenza a rilento, soliti problemi di aderenza per la sua Yamaha, e gara anonima fino a quando al settimo giro non finisce sulla ghiaia dopo una scivolata, per fortuna senza conseguenze, chiudendo così nel peggiore dei modi una gara da dimenticare.

Cos’altro ricordare del 2017 del Dottore

Le Mans: la caduta a due curve dal traguardo

La gara di Le Mans è stata la quinta della stagione che ha seguito il GP di Spagna, uno dei più deludenti sia per il Dottore che per l’intera Yamaha. Dimenticata la domenica nera di Jerez, la casa nipponica in Francia dimostra che i problemi emersi in Spagna sono ormai superati. Maverick Vinales lascia 4 giri a Zarco per sfogarsi lì davanti per poi prendersi la testa della corsa senza però riuscire a fare il vuoto, e così Valentino Rossi, dopo aver resistito nel confronto diretto con Marc Marquez prima e superando poi lo stesso Johann Zarco, va anche a prendere e sorpassare il compagno di squadra. Un grande duello in casa culminato però con la incredibile caduta del 46 giallo a due curve dal traguardo, una caduta frutto della voglia di vincere e non accontentarsi mai e, proprio per questo, impossibile da condannare.

L’infortunio: tibia, perone e addio sogni iridati

Come abbiamo più volte detto c’è stato un evento che ha condizionato la stagione del Dottore e che non può non essere ricordato in quello che vuol essere un bilancio della stagione. Valentino Rossi, quando c’era ancora metà delle gare in calendario da disputare ed era in lotta per il titolo iridato, è rimasto ferito in un incidente mentre si allenava su una moto da enduro procurandosi una frattura di tibia e perone della gamba destra per la quale sarà poi sottoposto ad intervento chirurgico e dovrà saltare il GP di San Marino abbandonando così ogni speranza di conquistare il 10 titolo mondiale della sua fantastica carriera.

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