Rottamazione multe, caos tra Comuni e l’operazione non parte
La rottamazione delle vecchie multe è un'operazione annunciata a novembre 2016 dall'allora Governo Renzi. La manovra permette di "rottamare" le cartelle esattoriali affidate dai comuni ad Equitalia tra il 2000 ed il 2015. La rottamazione dovrebbe essere possibile nei 4.725 Comuni italiani che nel 2016 non si sono più serviti di Equitalia e hanno affidato le operazioni di riscossione ai propri uffici o ad altri concessionari.
L'operazione riguarda tutte le multe generate da infrazioni al Codice della Strada. Una volta che il Comune ha notificato il verbale, il trasgressore ha 60 giorni di tempo per effettuare il pagamento. In caso contrario entra in gioco il recupero crediti, Equitalia in questo caso, che procede con l'invio della cartella esattoriale. In questo caso si è costretti a pagare un importo pari al doppio della multa, in aggiunta a: la mora del 10% per ogni 6 mesi, l'aggio della riscossione e le spese di esecuzione e notifica. La rottamazione permette di evitare il pagamento di tali maggiorazioni. L'operazione può essere effettuata solo è il Comune a dare l'autorizzazione.
Il problema arriva proprio dai 4.725 Comuni che, entro il 1 febbraio 2017, hanno comunicato la loro disponibilità ad effettuare la rottamazione. Qui il sistema si è bloccato, molti Comuni non hanno ritenuto legittima l'operazione ritenendola ingiusta nei confronti di chi ha pagato regolarmente l'intero importo. Tra questi figura Milano. L'Associazione dei Comuni è intervenuta sull'argomento e chiede un mese di tempo per fare chiarezza: è importante rivedere alcuni aspetti, come stabilire chi non ha pagato per difficoltà economiche e chi invece utilizza la rottamazione solo per vantaggio. In conclusione, ogni Comune ha la piena facoltà su come applicare la legge sulla rottamazione e chiunque voglia avvalersene può solo informarsi presso gli uffici del Comune per conoscere le modalità.