Saab: la Spyker torna alla carica con GM per salvare gli svedesi
Saranno illusioni per aprire spazi di manovra, per tirare sul prezzo, speranze come esasperazioni, esasperazioni per intendimenti che tengano ancora in vita chi stenta. Le parole della dirigenza General Motors avevano trasmesso a tutti i giornali l'impressione forte, inequivocabile di una prossima chiusura della Saab.
Dopo il fallimento delle trattative con Koeniggseg e Spyker, dopo aver ceduto le linee produttive orientali alla cinese Beijing Automotive Industry, per la casa svedese si torna ad essere possibilisti. Un infuso di buon umore versato, guarda caso, da un vecchio conoscente della Saab: Spyker. L'offerta si snoda in 11 punti, attraverso i quali si potrebbe anche fare a meno dell'approvazione di un prestito da parte della Banca Europea degli Investimenti.
Victor Mueller, amministratore delegato della Spyker, ha evidenziato la convenienza dell'affare per entrambi i contraenti. Da un lato la Saab beneficerebbe del capitale di cui necessita, mentre la casa olandese potrebbe usufruire delle 1.100 concessionarie della casa svedese, nonché di un know-how prestigioso.
Inoltre, comunica l'azienda, "i nostri sforzi sono basati sulla nostra passione per salvare un marchio storico che saremmo onorati di far rivivere". Bisogna però trovare un accordo veloce, istantaneo. Per gli olandesi la risposta deve essere immediata: oggi alle 17. L'imperativo, per la GM, sarà il decisionismo.
Qualora dovesse arrivare l'accordo, non sarebbero pochi quelli che potrebbero trarre un bel sospiro di sollievo. Basti pensare che solo in Svezia i dipendenti della Saab sono circa 3.500. Certo, è immaginabile una "riorganizzazione" che snellisca le spese dell'azienda scandinava. Snellire, però, è meglio che deperire.
Per Natale, dunque, la letterina della Spyker ed un suggerimento: "Nessuna strada non è percorribile per il tenace". Santa Claus sta là, a due passi dalla Saab. Magari si conoscono, magari un lieto fine.