SBK Moscow Raceway: Pioggia e fuoco in Gara 1 ma è Melandri il vincitore
Davide Giugliano centra la prima pole in carriera nella SBK, a testimonianza della crescita costante dimostrata nel corso di questa stagione. Protagonista fin dai primi turni del venerdì, il pilota Aprilia del Team Althea Racing, approfitta dell'errore di Sykes, che cade nella SuperPole 3, e ottiene il tempo di 1:35.615 che gli permette di partire dalla prima casella.
Gara 1 – La griglia viene composta sotto una leggera pioggia, fastidiosa, ma non sufficiente a bagnare la pista moscovita, che gode comunque di un ottimo asfalto capace di drenare in fretta l'acqua e di asciugare velocemente. I colpi di scena iniziano prima del warm-up con la Kawasaki di Sykes che si spegne al momento di scattare dalla casella. Allo spegnimento del semaforo è subito Chaz Davies con la BMW ad indovinare la partenza, con Giugliano e Laverty a seguire. Prima curva e subito iniziano le cadute: Checa e Cluzel finiscono a terra. La rinascita, che sembrava essere a portata di week-end, per Ducati deve essere rimandata per lo meno a gara 2. Anche la BMW del Team Grillini di Vittorio Iannuzzo e la Kawasaki di Savadori non terminano il primo giro. Giugliano riaggancia Davies e prova subito l'attacco, ma al secondo giro la corsa del pilota romano finisce con una caduta. Un duro colpo, dopo il grande lavoro svolto nel week-end.
Kawasaki a fuoco – Al quarto giro il mondiale prende una piega inaspettata. Sykes, leader del Mondiale, allarga la traettoria e si porta fuori pista, dove la sua Kawasaki prende fuoco dopo un evidente e copiosa perdita d'olio. Gesto di stizza per il pilota britannico, fresco di rinnovo di contratto, che lascia la moto e provvisoriamente anche la leadership della classifica. In testa alla corsa intanto è la coppia BMW a dominare, con Davies e Melandri che precedono le due Factory Aprilia, con Laverty e Guintoli che sembra aver dimenticato il dolore alla spalla destra lussata.
Pioggia – All'ottavo giro la pioggia inizia a cadere nel primo settore. Le bandiere bianche con croce di Sant'Andrea vengono esposte, lasciando alla volontà dei piloti la scelta dell'eventuale pit-stop per il cambio delle gomme. Con la pista che si inizia a bagnare è Loris Baz, specialista del bagnato, che incomincia a risalire, sorpassando Laverty. Inizia la roulette dei pit-stop, con Michel Fabrizio e Leon Camier che scelgono per primi di rientrare ai box. Con Davies in fuga e Melandri solitario in seconda posizione, si forma un gruppo di inseguitori che si da battaglia per il terzo posto. Sono Guintoli, Laverty, Baz, Haslam, Badovini e Rea che danno spettacolo con continui scambi di posizione. Guintoli si prende dei rischi e dopo una serie di sbandate inizia ad alzare i tempi sul giro. Al sedicesimo giro nuovo colpo di scena: Laverty e Haslam finiscono a terra. Aprilia distrutta dopo aver perso il posteriore e Honda che in contemporanea sbalza di sella il già infortunato Haslam.
Pit-Stop – Intanto Ayrton Badovini sta risollevando le sorti di Ducati. La sua rimonta lo porta a conquistare la terza posizione dopo un bel duello con Rea. A cinque giri dal termine tutti sono costretti a rientrare ai box per il cambio gomme. Le condizioni della pista ormai sono tali da non permettere più di correre il rischi di proseguire con le slick. Melandri rientra con Davies e si trova avvantaggiato, azzerando di fatto il suo distacco dal compagno di squadra. Melandri attacca Davies, passa e inizia un finale di gara in solitaria. Davies e Badovini seguono nell'ordine. Rea quarto e Fabrizio quinto, premiato dalla scelta coraggiosa di anticipare rispetto agli avversari il proprio pit-stop.
Mondiale riaperto – Con Guintoli sesto e Sykes fuori dai giochi in Gara 1, il francese riprende la testa del mondiale e tutto il gruppo degli inseguitori si ricompatta, con Melandri decisamente in corsa al titolo.