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SBK: regolamento 2014, ritorno alle origini

Grandi novità per il Campionato Mondiale SBK. Il nuovo regolamento 2014 stabilisce nuovi limiti di evoluzione tecnica per avvicinarsi ancora maggiormente alla produzione di serie. Riduzione dei costi a favore di una griglia di partenza più numerosa.
A cura di Fabrizio Carrubba
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Aria di novità nel Mondiale Superbike. Il nuovo regolamento che entrerà in vigore nel 2014 prevede infatti una vera a propria rivoluzione che permetterà, si spera, di risollevare le sorti di uno dei campionati più spettacolari di sempre, che pare invece soffrire di una forte crisi in queste due ultime stagioni. Griglie di partenza sempre più povere di piloti al via, team che abbandonano il campionato in corso, divario prestazionale esagerato tra ufficiali e privati e spettatori che incominciano purtroppo a disertare gli appuntamenti in pista, con un calo di ascolti anche a livello televisivo, lamentando un minor spettacolo tra i cordoli rispetto alle passate stagioni. Ecco allora arrivare la soluzione, secondo la ricetta Dorna, che prevede a partire dal prossimo campionato, e con una proiezione sul risultato nell’arco di due anni, di rilanciare il campionato SBK tornando alle origini della categoria.

Costi – Nella continua ricerca di prestazioni le moto derivate dalla produzione di serie hanno perso nel corso degli anni la loro connotazione e le loro radici. Allo stato attuale ormai si parla di veri e propri semi-prototipi, che spesso condividono solo lo stretto necessario per ottenere l’omologazione alla categoria SBK ma che null’altro hanno da spartire con le moto accessibili a tutti nelle concessionarie. E se in origine invece il successo della SBK era proprio racchiuso in questo elemento, oggi il divario tra i team ufficiali e privati è ormai proibitivo. La ricerca delle prestazioni ha fattosi che  i costi lievitassero esponenzialmente, con solo tre case, del tutto ufficiali, capaci di contendersi il titolo: Aprilia, Kawasaki e BMW. Honda e Suzuki, al pari di una Ducati in evidente crisi, rappresentano il passo successivo, con moto ancora vicine alla produzione di serie ed ampiamente competitive. Per i team privati invece il divario tecnico e prestazionale rimane insormontabile.

SBK EVO – La soluzione la si potrebbe trovare nella nuova categoria che dal prossimo anno – stagione di transizione che porterà ad un'unica nuova categoria nel 2015 – si affaccerà al mondiale: la Superbike EVO. Per contenere costi sempre più elevati ed abbassare il tetto di acquisto di una moto pronto-gara si è pensato, sull’esperienza CRT maturata nella MotoGP, di istituire la nuova categoria. In pratica si tratta di portare le attuali Superbike ad uno step evolutivo di poco superiore all Superstock. La regola più importante riguarda ovviamente il motore che dovrà essere elaborato secondo l’attuale regolamento Superstock 1000 e contingentato come numero in massimo sei motori per stagione. Inizione ed elettronica come da regole Superstock e airbox ed alimentazione strettamente di serie. Rimagono con le regole attuali SBK la frizione, il sistema di raffreddamento e lo scarico. A livello ciclistico invece telaio come sul modello di serie, forcellone con regole SBK e reparto sospensioni e freni con un tetto massimo di spesa fissato da Dorna ad inizio stagione. Il prossimo campionato dovrebbe rappresentare l’anno di transizione del regolamento, con classifiche separate, per poi abolire definitivamente quelle che ad oggi sono considerate le SBK.

Budget – Le importanti novità che saranno introdotte favoriranno un netto calo dei costi che dovrebbero portare a contenere il costo di una moto pronto gara ad una cifra indicativa di 200mila euro nell’arco di due anni. Una rivoluzione che permetterà a molti team privati di avvicinarsi alla massima categoria, oppure di permettere a team regolarmente impegnati nel mondiale Supersport 600 o Superstock 1000 di tentare l’avventura con un investimento di poco superiore a quanto richiesto nelle categorie minori, a fronte di una maggiore visibilità e ritorno economico in termini di sponsor.

Calendario – Dorna sta anche sviluppando il nuovo calendario che pare sempre più destinato a portare le gare di campionato sempre più lontano dalla cara vecchia Europa, secondo uno schema già visto in MotoGP. I nuovi mercati emergenti, come l’India, già inserita nel calendario 2013, sembrano essere la soluzione per trovare nuovi sponsor – proprio una marca indiana è il main sponsor della Kawasaki di Tom Sykes, leader del mondiale – mentre ad esempio i classici tre appuntamenti italiani con Monza, Imola e Misano, passati a due in questa stagione, sono destinati a ridursi ad un unico appuntamento per il 2014, al pari di quanto previsto per le gare in terra spagnola ed inglese.

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